Per ascoltare l’audio di oggi, 15 novembre 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 311 (1562)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
I caccia di Tel Aviv hanno preso di mira ieri la scuola Salahuddine nel quartiere Nasr, ad ovest di Gaza città. 4 morti e decine di feriti tra gli sfollati che vi avevano trovato rifugio.
Durante la notte e nelle prime ore di oggi, il numero delle vittime palestinesi sotto i bombardamenti indiscriminati israeliani sono stati 27 persone uccise.
Il rapporto quotidiano del ministero della sanità palestinese ha dichiarato che il numero totale delle vittime dall’inizio dell’aggressione è stato di 43.736 civili uccisi e 103.370 feriti, oltre ai dispersi ed ai morti sotto le macerie e i loro corpi non recuperati. Secondo l’OCHA, ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari, queste cifre sono al ribasso perché prendono in considerazione soltanto i corpi arrivati negli ospedali. L’ufficio Onu sostiene che il numero delle vittime reale è molto più alto.
Stime di ricercatori universitari britannici, che includono anche i morti per cause correlate alla guerra come malattie e fame, riportano cifre di morti quattro volte superiori a quelle citate dal rapporto quotidiano del ministero palestinese.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
La Commissione speciale Onu per i territori palestinesi occupati ha bollato la politica israeliana a Gaza come conforme con le caratteristiche del genocidio. “Israele ha usato la fame come arma da guerra e ha fatto uso estensivo dell’Intelligenza artificiale per intensificare gli effetti micidiale delle armi”. Poi ha aggiunto: “Attraverso l’assedio di Gaza, il blocco degli aiuti umanitari, insieme ad attacchi mirati e uccisioni di civili e operatori umanitari, e nonostante i ripetuti appelli delle Nazioni Unite, gli ordini vincolanti della Corte internazionale di giustizia e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza, Israele sta deliberatamente causando morte, fame e grave infortuni”.
La protezione civile palestinese ha denunciato che l’esercito israeliano ha decimato i suoi soccorritori nel nord della Striscia. “Dal 23 ottobre, l’esercito ha sequestrato tutte le strumentazioni o le ha distrutte: ambulanze, scavatrici e altri mezzi di soccorso. Il personale è stato deportato o arrestato. Di dieci soccorritori si sono perse le tracce dopo essere stati caricati su camion dell’esercito.
Human Raghts Watch ha dichiarato che “la deportazione coercitiva della popolazione del nord di Gaza, attualmente in corso, è un crimine di guerra e una pulizia etnica”.
Libano
Terribili bombardamenti sulle zone residenziali ieri a Beirut. Tre palazzi sono stati sbriciolati dalle bombe di fabbricazione statunitense sganciati dai caccia israeliani. Il numero totale delle vittime dell’aggressione israeliana è di 3360 uccisi, in prevalenza civili.
Secondo un rapporto della Banca Mondiale, sono state distrutte o parzialmente danneggiate durante questa guerra 100 mila unità abitative nelle diverse località libanesi. Le perdite economiche libanesi assommano a 5 miliardi di dollari.
Onu
L’assemblea generale dell’Onu ha votato una risoluzione che riconosce il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, un diritto inalienabile, che impone il ritiro dell’esercito israeliano da tutti i territori palestinesi occupati, secondo quanto ha espresso la Corte di Giustizia internazionale. L’occupazione israeliana è illegale.
Hanno votato a favore 170 paesi, contro soltanto 6 (Israele, USA, Argentina e tre altri stati minuscoli come per es. la Micronesia).
Notizia questa che non è stata riportata da nessun media italiano.
Siria
Bombardata Damasco e la zona di confine di Al-Quseir. Per il secondo giorno consecutivo, i caccia israeliani occupano i cieli della Siria incontrastati e sganciano le loro bombe. Nella capitale tre palazzine di 7 piani sono state rase al suolo, causando 10 uccisi e 14 feriti.
Nell’altro bombardamento, è stato distrutto un ponte, per interrompere i collegamenti con il Libano. La Siria è un paese senza sovranità. Israele e Stati compiono attacchi aerei e missilistici quasi quotidiani senza che il regime alzi un dito.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Due giovani palestinesi uccisi a Tulkarem durante l’invasione militare della città da parte delle truppe israeliane.
Il colonialismo pastorale è l’ultima trovata sionista per accaparrarsi le terre palestinesi della Cisgiordania. Le terre del villaggio Maarajat, nella zona est della Cisgiordania, sono state confiscate, i coloni armati hanno rubato gli animali, marchiandoli e sostenendo che erano di loro proprietà. Nessun ricorso all’esercito e ai tribunali israeliani ha mai dato giustizia ai pastori palestinesi. 150 famiglie hanno dovute abbandonare le loro terre, per salvare la vita. L’esercito ha confiscato nella regione 220 mila donum (un donum = 1000 m2). In un anno sono stati deportati gli abitanti di 28 villaggi palestinese della Valle del Giordano.
A Yatma, nei pressi di Nablus, l’esercito di occupazione ha demolito la casa di una famiglia palestinese, con il pretesto di costruzione non autorizzata nella zona “C” sotto occupazione militare secondo gli accordi di Oslo. Nella zona vengono concesse migliaia di licenze per la costruzione di colonie ebraiche, ma nessuna concessione edilizia viene rilasciata ai palestinesi. Apartheid urbanistico.
Prigioniere
La vita della dirigente palestinese Khalida Jarrar è in pericolo. Detenuta in isolamento da 93 giorni e viene sottoposta ad un maltrattamento e torture, secondo quanto ha denunciato l’organizzazione palestinese per i diritti umani, Handala. “La dirigente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina è richiusa in una stanza stretta senza finestre ed al buio 24 ore al giorno. Di fatto vive in una tomba. Per poter respirare un po’ di ossigeno, Khalida è costretta a sdraiarsi a terra vicino alla base della porta della cella, dove c’è l’unica fessura collegata all’esterno”. Khalida è stata arrestata amministrativamente il 26 dicembre dell’anno scorso, senza accuse e senza processo e il provvedimento è stato rinnovato a giugno. La dirigente del FPLP è parlamentare del consiglio legislativo dell’ANP.
Israele
Le demolizioni delle case palestinesi non avvengono soltanto in Cisgiordania e Gerusalemme, ma anche in Israele. Nel deserto del Negev, il villaggio di Umm Hiran è stato completamente raso al suolo, per ordine del governo, dei tribunali e della polizia israeliana. L’ultima costruzione demolita, lo scorso giovedì, è stata la moschea. Gli abitanti erano stati deportati nel deserto dalle loro case di origine nel 1948, ma l’agglomerato di tende prima e di case poi non era mai stato approvato dai colonialisti. Adesso, dopo 75 anni, il governo israeliano ha deciso di costruire in quel terreno una colonia ebraica dal nome Drour, con un insediamento iniziale di 2400 famiglie ebraiche provenienti chissà da dove, per occupare le terre degli abitanti autoctoni. Altro che democrazia, Israele è un regime di Apartheid coloniale.
Sudan
Uno studio di analisti sudanesi e britannici dell’università di Londra ha rivelato che nella sola provincia di Khartoum, le vittime di 14 mesi di guerra sono 61 mila persone, tra uccise per i bombardamenti e morte per conseguenze dirette del conflitto. Sono 21 mila gli uccisi negli scontri e per i bombardamenti reciproci tra l’esercito e le milizie e 40 mila i decessi conseguenti a motivi collegati al conflitto. Sono cifre molto più alte rispetto a tutti i rapporti dei media locali e delle agenzie dell’ONU. “Fame e malattie conseguenti al conflitto sono il motivo principale delle denunce di decesso”, ha detto uno dei ricercatori. La direttrice della ricerca, professora Maisoun Dahab, ha sottolineato che la stima è stata basata su fonti certe: annunci funebri sulla stampa locale, notizie di morte di persone pubblicate da parenti sui social media e un’indagine sul campo compiuta in collaborazione con attivisti per i diritti umani indipendenti rispetto alle due fazioni belligeranti. “Il confronto tra i tre elenchi ci ha portato a questa terrificante conclusione”.
Cultura
La Giordania ha ritirato la candidatura all’Oscar del film “Dolce terra mia” della regista Sarin Haridyian, giordana di origine armena. Il film racconta le vicende di un bambino di 11 anni, Freij, che vive i disagi della guerra nel Nagorno-Karabakh. È un docu-fiction che esprime le contraddizioni della guerra. La versione ufficiale per il ritiro è “pressioni diplomatiche”. Non viene detto da chi, ma è chiaro che l’Azerbaigian è il primo ad essere interessato che non venga scoperchiata la deportazione degli armeni dalla regione armena contesa. La produttrice del film, Izza Hourani ha confermato che è proprio l’Azerbaigian ad aver fatto le pressioni diplomatiche per il ritiro. “è stata una delusione; è stata repressa la storia d’amore di un bambino per la sua famiglia e la sua gente. È un film contro la guerra con gli occhi di un bambino.”, ha affermato. Il film però rimane in gara per gli Oscar, ma in un’altra categoria, il film documentario.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, otto mesi e 21 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Secondo The Times di Londra,l’Ucraina potrebbe costruire un’arma nucleare entro pochi mesi, per ovviare al mancato sostegno militare degli Usa del prossimo presidente Donald Trump. L’UE lo sa? Siamo tutti tranquilli?
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