Il 23 novembre si tiene alla Casa della Cultura – Milano un ricordo del maestro Piero Basso, ad un anno della sua scomparsa. Riceviamo dalla figlia, Elena Basso, questo messaggio:
Buongiorno a tutte e a tutti
Sono pervenuti moltissimi messaggi di amici che hanno voluto ricordare papà con parole affettuose.
Ringrazio tutti, insieme a Loredana, per la vicinanza.
Ho omesso di segnalare, per chi non potrà essere presente, che è possibile seguire l’iniziativa dal canale youtube della Casa della cultura raggiungibile anche dall’indirizzo https://www.casadellacultura.it/.
Inoltre l’evento sarà registrato e disponibile nei giorni successivi nella sezione
https://www.casadellacultura.it/casa-della-cultura-videoaudio.php
Elena
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Qui di seguito pubblichiamo l’anticipazione del discorso del compagno Giorgio Riolo, che ringraziamo per la gentilezza e la disponibiltà:
Omaggio a Piero Basso. A un anno dalla scomparsa.
di Giorgio Riolo
Intervento di Giorgio Riolo all’incontro “Omaggio a Piero Basso. A un anno dalla
scomparsa. Testimonianze, riflessioni, ispirazioni per continuare” che si tiene a
Milano sabato 23 novembre 2024 alle ore 15.30 presso la Casa della Cultura in Via
Borgogna 3. Con interventi di Ferruccio Capelli, Luciana Castellina, Giorgio
D’Amico, Corrado Mandreoli, Toni Muzzioli, Giorgio Riolo, Basilio Rizzo, Gianni
Tognoni, Sara Travaglini.
I.
Nel mio breve intervento, nel limite del tempo concessomi, cercherò di compendiare
il discorso e di affrontare solo alcuni punti che ritengo importanti.
Le mie considerazioni a partire dalla figura di Piero Basso sono ricavate dal mio
rapporto personale con lui e dall’esperienza di responsabile dell’Associazione
Culturale Punto Rosso. Va da sé che nel nostro lavoro politico-culturale ho/abbiamo
considerato Piero Basso uno degli interlocutori privilegiati. Un saldo punto di
riferimento.
Il tipo umano, la personalità Piero Basso costituisce il catalizzatore, è l’innesco per
fare anche alcune considerazioni sugli atavici problemi delle sinistre politiche,
moderate e alternative, delle sinistre sociali, dei movimenti sociali,
dell’associazionismo ecc. È questa l’occasione per solo richiamare almeno temi,
questioni, riflessioni. Il trattarli adeguatamente è altra cosa. Altro spazio e altro
tempo.
II.
A grandi linee metto in evidenza alcuni punti. Ne tralascio molti, per ragioni di
tempo.
- La questione “organizzatore”, “organizzazione”.
Ci siamo confrontati su ciò. Pensando a lui, faccio qui una sorta di “apologia
dell’organizzatore di cultura, di politica, di movimenti”.
Nella visione della divisione del lavoro intellettuale e del lavoro manuale,
l’organizzatore non è semplice figura dedita al solo lavoro esecutivo per realizzare
organismi, eventi ecc. In realtà è una figura complessa, la quale assomma in sé
pensiero e capacità esecutiva, idee e misure pratiche.
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Il profilo antropologico di Piero, che riprenderò alla fine del mio discorso, è
esemplare. L’organizzatore che non appare, che svolge un lavoro di retroterra, che
bada al sodo, antiretorico, parco nelle parole. Una persona che svolge un lavoro serio,
diuturno, rigoroso, anche silenzioso, che tende a valorizzare il lavoro collettivo, il
lavoro delle persone con cui collabora, con cui si cimenta nell’impresa.
- Nel solco del padre Lelio Basso. L’attività politica e l’internazionalismo.
Dapprima l’esperienza e la militanza nella sinistra storica, nel Psi e poi nello Psiup.
Ricordando sempre che egli non era politico di professione. Militanza ed
elaborazione politica accanto all’attività lavorativa e professionale.
Per noi giovani e giovanissimi terzomondisti, militanti in quella che viene definita
Nuova Sinistra e nella temperie dei movimenti di allora, tra fine anni sessanta e per
tutti gli anni settanta, vi fu la scoperta di Rosa Luxemburg, grazie anche all’opera di
Lelio Basso. E vi fu l’ulteriore sprone all’internazionalismo grazie prima alla
Dichiarazione di Algeri del 1976 e poi alla creazione e al lavoro della Lega
Internazionale per i Diritti e la Liberazione dei Popoli. Creata da Lelio, ma nella
quale operò molto Piero.
Per mezzo di convegni, pubblicazioni, iniziative varie, anche quale solidarietà e
appoggio a esuli politici, soprattutto sudamericani, la Lega mi/ci influenzò molto,
contribuì a formarmi. Il brasiliano José Luiz Del Roio, in seguito facente parte del
direttivo del Punto Rosso, è uno tra questi esuli.
Piero considerava il lavoro del Punto Rosso, riferendo ciò a Del Roio, tra fine anni
novanta e inizi del secolo XXI, nell’esperienza del Forum Mondiale delle Alternative,
creato da François Houtart e da Samir Amin, e nell’esperienza dei Forum Sociali
Mondiali, una naturale continuazione dell’attività della Lega. - L’unità della sinistra.
Uno dei tratti più importanti di Piero Basso è stato la sua ferma tendenza all’unità.
Unità in primo luogo delle varie sinistre politiche, unità tra sinistra sociale e sinistra
politica, feconda collaborazione tra partiti e movimenti sociali, in primo luogo i
sindacati.
In questa concezione dell’unità, egli si è prodigato molto nelle elezioni
amministrative a Milano del 2001 con la lista “Miracolo a Milano” e poi nel 2021 con
la lista “Milano in Comune”. Anche gli organismi nei quali è stato animatore fino agli
ultimi suoi giorni, “CostituzioneBeniComuni” e “Ideeinformazione”, rientrano in
questa visione del contributo unitario. - Il mondo cristiano, cattolico e protestante.
Nella sua visione dei ponti da creare, delle relazioni da stabilire, abbiamo convenuto
che era importante l’attenzione, il dialogo, l’interlocuzione con il mondo cristiano,
cattolico e protestante. Ciò a partire dal suo essere comunque laico, non credente. - La causa del popolo palestinese, la causa del popolo curdo, la questione migranti.
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Nel solidarismo internazionalista rientra il suo impegno fermo nel sostenere la causa
del popolo palestinese e la causa del popolo curdo. Rientra il suo impegno per
l’attenzione costante alla questione dei migranti.
- Infine, “suscitatore di coscienze”.
Facendo proprio riferimento al mondo cristiano, riprendo la felice espressione del
compianto padre Ernesto Balducci a proposito di don Milani. “Suscitatore di
coscienze”. Così il Piero Basso cerniera, ponte, messa in comunicazione delle varie
anime della sinistra. Nel segno della “politica cittadina” e non della “politica
politicante”.
“Sempre in minoranza” è il titolo della sua prefazione al libro di Sergio Dalmasso su
Lelio Basso. In minoranza, ma non nel segno del minoritarismo, spesso settario,
senz’anima. Grandi ragioni e grande respiro, l’orizzonte di Piero Basso.
III.
Concludo.
Una considerazione finale. Il tipo umano, la personalità Piero Basso rimarrà, come
monito, come catalizzatore. L’interesse nei suoi confronti credo che sia da ricercare
nel profondo bisogno di molti e di molte di noi, in forte sofferenza oggi nel desolante
contesto in cui ci troviamo e in cui siamo costretti a operare, di una nozione nobile di
politica. Di autenticità nel concepire e nel praticare la politica. Con il necessario
correlato della triade di sempre etica-cultura-politica.
Oltre le forme politiche, le forme organizzative, le oligarchie, i rapporti gerarchici,
oltre i narcisismi, gli opportunismi ecc. ecc., la politica può essere missione,
passione, disinteresse, dedizione, servizio alla comunità di appartenenza, servizio alla
causa delle classi subalterne, alla causa dei popoli oppressi, alla causa della pace
contro la guerra, per la giustizia sociale e per la giustizia ecologico-climatica.
In ciò occorre quel “residuo antropologico”, quella necessaria antropologia, che dà
carne e sangue, che dà anima e respiro alle organizzazioni, alle strutture, alle
istituzioni, le quali altrimenti finiscono per ridursi ad aride costruzioni umane.
Piero costruttore, aggregatore, paziente tessitore. È questa, in ultima analisi, la
ragione per la quale siamo qui oggi a rendergli omaggio.