Per ascoltare l’audio di oggi, 27 novembre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 321 (1572)

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Le notizie:

Mandato cattura Netanyahu

La montagna ha partorito un topo. Si è chiusa ieri la conferenza dei ministri degli Esteri dei paesi del Gruppo dei Sette (G7), ospitata dall’Italia, presidente di turno, a Fiuggi e Anagni. Nella dichiarazione finale non viene citato il mandato di arresto della Corte penale internazionale per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Viste le posizioni divaricate tra i sette paesi si è preferito sorvolare. Gli USA vorrebbero sanzionare la CPI non Israele, la Francia ha svenduto il proprio onore cedendoper avere un posto nelle trattative per il cessate il fuoco in Libano. Germania e GB hanno dichiarato che la legalità internazionale va rispettata. La posizione dell’Italia è la più schifosa, “l’arresto non serve”. Alla fine si è preferito di parlare di altro: “Nell’esercizio del suo diritto di difesa, Israele deve rispettare pienamente i suoi obblighi di diritto internazionale in tutte le circostanze, compreso il diritto internazionale umanitario”, si legge. “Ribadiamo il nostro impegno nei confronti del Diritto Internazionale Umanitario e rispetteremo i nostri rispettivi obblighi”, ha aggiunto la dichiarazione, sottolineando che “non ci può essere alcuna equivalenza tra Hamas e Israele”. Ipocrisia e cecità. Le oltre 170 mila vittime civili di Netanyahu a Gaza non le hanno viste o ricordate.

C’è invece il sostegno per “un cessate il fuoco immediato tra Israele e Hezbollah” e “una soluzione diplomatica” in Libano.

Al G7 AssopacePalestina insieme ad altre organizzazioni della solidarietà internazionale hanno organizzato una manifestazione per chiedere il cessate il fuoco.

Genocidio a Gaza

I generali israeliani hanno ucciso dall’alba di oggi 28 civili palestinesi, 25 dei quali in un solo bombardamento che ha colpito una ex scuola trasformata in centro per sfollati nel quartiere Hay Zaitoun, a sud est di Gaza città. Nelle 24 ore precedenti erano stati assassinati 18 civili.

Israele nella sua invasione su Gaza ha cancellato dall’anagrafe 1410 cognomi. Famiglie allargate intere sono state decimate completamente.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Situazione umanitaria

A Beit Lahia si rischia la vita per procurare un po’ di pane ai figli. È capitato ieri a Mahmoud Aodeh. Era uscito a fare la fila per procurare del pane agli otto membri della famiglia, ma non è tornato a casa. Un drone israeliano gli ha sparato uccidendolo all’istante. Il suo corpo è stato trovato ore dopo dall’anziano padre e da uno dei figli, usciti a cercarlo dopo il prolungato ritardo. In condizioni simili di terrore vivono 80 mila palestinesi ancora presenti nel nord di Gaza. A loro, ieri si è rivolto il criminale ricercato Netanyahu: “Dovete scegliere tra la vita o la morte. Dovete evacuare verso sud, se volete salvarvi”.

Il direttore dell’ospedale Al-Quds della Mezzaluna Rossa nella Striscia di Gaza, Bashar Murad, ha affermato che più di 10.000 tende a Mawasi-Khan Yunis sono state spazzate via dai forti venti e dalla pioggia, costringendo i civili sfollati a spostarle in aree lontane dalla spiaggia in condizioni molto difficili e dure. Murad ha aggiunto alla radio Voice of Palestine che la popolazione soffre di varie patologie toraciche, in particolare anziani e bambini, a causa del notevole calo delle temperature e della mancanza di vestiti invernali, dispositivi di riscaldamento e coperte.

Un’organizzazione danese antimilitarista ha messo in guardia dai residuati bellici “che rappresenteranno un pericolo mortale, per diversi anni, per la popolazione civile, soprattutto i bambini”, denuncia il rapporto.

Libano

Alle 3 ore italiane (le 4 ora di Beirut) è entrato in vigore il cessate il fuoco in Libano dopo due mesi di aggressione israeliana, con bombardamenti e invasione di terra. Il governo israeliano aveva annunciato ieri sera in una conferenza stampa del criminale di guerra ricercato, Netanyahu, di accettare la proposta di tregua avanzata dal “mediatore” statunitense Amos Hockeshtein. Fino ad un minuto prima dell’entrata in vigore della tregua, Tel Aviv ha bombardato la capitale libanese. Hezbollah ha risposto con il lancio di missili e droni sul territorio israeliano. “Abbiamo condotto un attacco con droni contro la residenza del comandante dell’aeronautica militare israeliana a Tel Aviv”, annuncia il comunicato della resistenza libanese, “Uno degli obiettivi militari sensibili presi di mira nella città di Tel Aviv era la residenza del comandante dell’aeronautica militare israeliana, il maggiore generale Tomar Bar”.

L’accordo prevede un cessate il fuoco di 60 giorni durante i quali l’esercito israeliano deve ritirarsi completamente dal territorio libanese invaso e l’inizio contemporaneo dell’esercito libanese.

Le tv locali della Beqaa hanno trasmesso le immagini di lunghe file di persone sulla via del ritorno verso i loro villaggi.

Cisgiordania

Oggi i rastrellamenti israeliani hanno interessato Toubas e Al-Fariy’a. Truppe ingenti sono penetrati nei due centri urbani, accompagnate come al solito con ii bulldozer. I cecchini hanno preso le loro postazioni nelle case alte. Sono stati feriti due giovani palestinesi. L’operazione è conclusa dopo l’arresto di due militanti palestinesi. I soldati prima del loro ritiro hanno provveduto alla distruzione di strade e impianti di servizi urbani, come fognature, acquedotti, linee elettriche e strade asfaltate.    

Siria/USA

Il Pentagono ha affermato di aver compiuto un attacco aereo contro una milizia definita filo iraniana. Non viene definita la località colpita. L’attacco sarebbe una risposta ad un lancio di razzi contro le basi USA illegali in Siria. Anche due settimane fa le truppe statunitensi in Siria hanno attaccato basi di milizie governative siriane.

Gli Stati Uniti mantengono in Siria illegalmente 900 soldati in tre basi militari, due nel nord est della Siria, a protezione dei giacimenti di petrolio e gas e la terza, la più grande, è a El-TANF, al confine con Giordania e Iraq.

Siria/Israele

Dopo l’entrata in vigore della tregua, l’esercito israeliano ha bombardato in territorio siriano due valichi di frontiera con il Libano. Secondo l’agenzia stampa Sana, non ci sarebbero state vittime ma solo danni materiali. Sono due mesi che l’esercito israeliano martella giornalmente la linea di confine tra Libano e Siria, con il pretesto di bloccare il traffico di armi verso le basi di Hezbollah. Il regime di Bashar Assad non ha mai risposto.   

Migranti

L’associazione italiana “Refugees in Libya” ha denunciato di aver “ricevuto immagini allarmanti dalla città di Tamanrasset, nell’Algeria meridionale, dove per tre giorni i migranti dell’Africa sub-sahariana sarebbero stati braccati, picchiati, torturati e gettati nel deserto”. L’Algeria ha usato la mano forte contro l’immigrazione irregolare ai suoi confini sud con il Mali e Niger. Lo scorso ottobre è stato pubblicato un rapporto che parlava di 80 mila rimpatriati in Niger, soltanto nel 2024, circa 300 al giorno.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni e 9 mesi e due giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La Nato discute a Bruxelles gli sviluppi militari in Ucraina dopo il lancio del missile russo ipersonico ad alto potenziale distruttivo. Si è parlato anche della presenza di truppe nordcoreane e della necessità di contrastarle con l’invio di mercenari europei “non ufficialmente”, però.   

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