Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

Per ascoltare l’audio di oggi, 14 dicembre 2024:

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 336 (1587)

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Le notizie:

Siria

Una settimana dalla fuga del dittatore, nel primo “venerdì dalla vittoria” centinaia di migliaia di siriani sono scesi nelle piazze per festeggiare la libertà per la quale è stato versate tanto sangue di vittime innocenti e tanta sofferenza nelle carceri del regime o nei campi profughi. 13 anni di guerra, 24 del governo Bashar, 53 anni di dittatura della famiglia Assad sono alle spalle e festeggiare diventa una liberazione ed un augurio per il cambiamento. Anche nelle città e villaggi a maggioranza alauita migliaia di cittadini sono scesi nelle piazze gridando “libertà”.

Gli esperti dell’Onu hanno posto una questione centrale per le modalità di azione delle organizzazioni umanitarie internazionali in Siria: Tahrir Sham è dal 2015 nell’elenco delle organizzazioni terroristiche, per voto unanime del Consiglio di Sicurezza. Suggeriscono di approvare delle deroghe come avvenuto per l’Afghanistan. È il punto probabilmente che sarà utilizzato da Mosca per garantirsi la permanenza delle proprie basi militari in Siria, minacciando nelle trattative in corso con gli sponenti siriano l’uso del veto. Russia ha anche sospeso le forniture di grano alla Siria.

Israele continua le aggressioni militari in Siria. Nella notte sono state bombardate Damasco e la sua periferia rurale. Nel totale silenzio dei nuovi governanti siriani e delle diplomazie internazionali.

Genocidio a Gaza

Un’altra notte di morte e distruzioni a Gaza. A Nuseirat, con decine di morti e feriti. I generali israeliani sono decisi nella loro opera di sterminio e deportazione. Hanno applicato i metodi delle SS tedesche nella seconda guerra mondiale: terra bruciata contro i civili.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Ospedali nel mirino

Il medico palestinese, Said Jaudat, chirurgo specialista in ortopedia, è stato assassinato da un drone israeliano mentre stava recandosi all’ospedale Al-Audeh, a Jebalia, nel nord della Striscia. Secondo il direttore dell’ospedale era l’unico chirurgo ortopedico in tutto il nord di Gaza assediato da 70 giorni. Girava tutti gli ospedali per visitare e compiere interventi senza anestesia, a causa del divieto israeliano dei rifornimenti sanitari. Il drone lo ha individuato, con il riconoscimento facciale, e ha puntato su di lui tra tutto il gruppo che lo accompagnava.

La diplomazia sulla Siria

La Giordania ospita oggi ad Aqaba, un incontro tra i ministri degli esteri di diversi paesi arabi, oltre alla presenza del segretario di stato USA. Vi fanno parte Egitto, Iraq, Arabia Saudita, Libano, Emirati, Bahrein e Qatar. Vi parteciperanno oltre a Blinken anche rappresentanti dell’Ue, dell’Onu e di Ankara. Argomento dell’incontro è di garantire alla Siria un passaggio pacifico verso la stabilità, evitando la disgregazione del paese, la rinascita dell’ISIS, le interferenze esterne (di Israele, che non viene nominato).

Un incontro che segna l’impotenza della diplomazia collettiva araba e l’incapacità di imprimere cambiamenti nell’andamento degli eventi. Sono presenti a questo incontro Turchia e Usa che occupano militarmente il territorio siriano, non sono invitate le parti siriane e non si nomina l’aggressione israeliana che ha occupato una consistente porzione di territorio siriano. Sono assenti Russia e Iran che hanno avuto un ruolo nefasto nel sostegno alla dittatura.

Le prigioni degli Assad

Le prigioni siriane sono note per la loro violenza cieca nei confronti di chi ha la disgrazia di entrarvi. Il centro di interrogatori dei servizi di sicurezza a Damasco, noto come il “Quadrato della morte” faceva paura soltanto al passare vicino. Il carcere di Saydanaya, alla periferia della capitale è un complesso dell’industria della tortura. (sarà trasformato in museo degli orrori del regime, secondo quanto annunciato dal neo premier). La prima visita dei giornalisti, organizzata dai nuovi padroni del paese, ha rivelato macabre storie e soprattutto ha messo in mostra le apparecchiature di tortura, frutto di un vero genio del Male, con la emme maiuscola. La più diabolica ed unica al mondo è una pressa comandata da un motore elettrico, che stringe due lastre metalliche orizzontali in mezzo alle quali viene incastrato il corpo del malcapitato. O confessa anche cose che non ha mai compiuto, oppure la morte certa.

La fuga del dittatore

La fuga di Bashar è stata organizzata dai servizi di sicurezza militar russi. Un’operazione compiuta con il massimo di segretezza. La famiglia era stata già trasferita a Mosca e lui ha nascosto la sua decisione di scappare a tutti i suoi collaboratori, ministri e parenti. Ha lasciato in Siria lo zio Rifaat, il macellaio di Hama nel 1982, il fratello Maher, capo della micidiale 4° Divisione (è scappato poi in elicottero a Baghdad e da lì in aereo militare a Mosca, i cugini ed i cognati. Tutti intrappolati e nascosti fino al momento della loro fine, che sarà drammatica, come avvenuto per alcuni sicari del regime. Lo stesso giorno di sabato 7 dicembre, ai circa 30 consiglieri militari riuniti per valutare la disastrosa situazione militare, aveva assicurato che il soccorso militare russo è in arrivo. In realtà, Putin gli aveva negato l’intervento diretto durante la visita del 28 novembre a Mosca, ma questo particolare lo aveva nascosto a tutti.  

Bashar al momento della fuga dal palazzo presidenziale ha informato il suo segretario personale cha stava tornando a casa. Per camuffare le sue reali intenzioni ha chiesto che la sua portavoce personale, la nota giornalista Buthaina Shaaban, venga convocata all’abitazione del fuggiasco, per la stesura di un discorso alla nazione.

Mentre le avanguardie dell’opposizione erano già a Damasco, il dittatore si è diretto all’aeroporto in elicottero e da lì su un aereo militare russo fino alla base di Hmaimatt e poi verso Mosca. La Siria è libera!

L’impero del captagon

Nell’aeroporto di Damasco sono state trovate enormi quantità di captagon bruciati. Le fabbrichette della droga sintetica, installate in villette sontuose, sono disseminate nei dintorni della capitale ed erano sotto il controllo della brigata Quarta Divisione, guidata da Maher Assad, fratello minore del fuggiasco presidente. Otto pasticche su dieci, secondo fonti ONU, vengono confezionate a Damasco e dintorni. Un’industria fiorente: solo nel 2021, ha contribuito per 6 miliardi di dollari al Pil nazionale, due terzi del totale. I mercati di destinazione principali sono i paesi del golfo, via Libano, Giordania e Iraq, in doppifondi ricavati in camion o casse di frutta, su asini o droni per attraversare i paesi confinanti.

Mediaticamente il captagon viene chiamato la droga dell’ISIS, perché la assumevano gli attentatori suicidi. Per approfondire clicca per leggere il pdf sul tema.

Palestina  

Visita ieri del presidente Abbas a Roma dove si è incontrato con la presidente del consiglio, Meloni, e il presidente della Repubblica, Mattarella. “una spirale inaccettabile di violenza su Gaza che ha colpito i civili, donne e bambini. Ci impegniamo per un reale e definitivo cessate il fuoco e scambio di prigionieri”, ha detto il presidente. Abu Mazen ha chiesto ai due interlocutori il riconoscimento della Palestina. Nel suo discorso, il presidente palestinese, cha la stampa italiana continua a chiamarlo Abu Mazen, appellativo non gradito dall’interessato, ma continuamente ripetuto dalle veline di Tel Aviv, ha affermato:
“Ciò che è avvenuto il 7 ottobre è disumano e inaccettabile. Non siamo per la violenza e abbiamo chiesto ad Hamas la liberazione degli ostaggi”. Una frase che l’agenzia stampa palestinese Wafa si è guardata bene dal nominare. Certa stampa italiana invece l’ha amplificata ignorando completamente la richiesta del riconoscimento da parte dello stato italiano della Palestina.  

Cisgiordania

La guerra di annessione non dichiarata. Le truppe di occupazione hanno attaccato Nablus e il campo profughi di Balata, provocando morti e feriti, oltre alle sistematiche devastazioni. Nei rastrellamenti in diversi centri della Cisgiordania sono stati arrestati 50 palestinesi.

I coloni, con il sostegno dell’esercito, hanno distrutto raccolti e sradicato olivi e alberi di agrumi a Betlemme, el-Khalil e nella valle del Giordano. Il disegno unitario del governo Netanyahu è la cacciata dei palestinese dalla loro terra. L’annessione ufficiale del 60% della Cisgiordania già di fatto occupata con le colonie ebraiche, avverrà con l’ingresso di Trump alla Casa Bianca.

Rojava

Le Forze Democratiche Siriane (FDS), per dimostrare il loro attaccamento all’unità del paese, hanno alzato la bandiera siriana con tre stelle (usata dall’opposizione armata) a fianco della propria in tutte le strutture ed uffici dell’autonomia nel nord est. “Oggi tendiamo la mano al governo di Damasco affinché si unisca e formi un nuovo governo che serva tutti i siriani” ha dichiarato Siyamend Ali, capo dell’ufficio stampa delle FDS.

Sudan

In Sudan c’è una guerra che non fa notizia. Le milizie guidate da Hamidati hanno bombardato Omdurman, una delle tre città che formano la capitale. 63 uccisi e centinaia di feriti. I colpi dell’artiglieria hanno centrato una fermata di autobus diversi mercati popolari. Nelle zone colpite non ci sono obiettivi militari e i militanti della società civile accusano le milizie di aver cercato deliberatamente di causare una strage di civili.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, 9 mesi e 20 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. 

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