di Giuseppe Petrobelli (da Il Fatto Quotidiano)
L’Ateneo Veneto, prestigiosa istituzione culturale veneziana, ha annullato la concessione di una sala ad Amnesty International per la presentazione del dossier che denuncia il genocidio nella Striscia di Gaza da parte dello Stato di Israele. La decisione è stata presa a due giorni dall’evento, programmato per il 9 gennaio, a seguito di non meglio precisati “interventi esterni che potrebbero turbarne il sereno e corretto svolgimento”. Fino a ieri mattina l’incontro, dal titolo “Ti senti come se fossi subumano”, appariva in locandina. Poi è stato sostituito da un comunicato del Comitato di presidenza che, pur difendendo la propria autonomia, informa del passo indietro compiuto, senza attribuirlo alla dura presa di posizione della comunità ebraica di Venezia di qualche giorno fa e senza riferirsi a possibili ragioni di sicurezza pubblica. “L’Ateneo Veneto, luogo di libero pensiero – è scritto – ha ritenuto, su richiesta, di concedere in uso una sala ad Amnesty International. Nei casi di attività ‘ospitata’ e non rientrante nel programma accademico, l’Ateneo non ha fatto propri né i contenuti né l’organizzazione, di competenza e responsabilità dei richiedenti”. L’istituto spiega di aver “ricevuto manifestazioni di vivo dissenso e di forte consenso per l’iniziativa. Chi non ha condiviso l’evento ha ritenuto di portare la questione all’attenzione dei giornali”. È questo l’unico riferimento alla comunità ebraica. “L’Ateneo è rimasto silente e convinto di mantenere fermo l’incontro. Nelle ultime ore, tuttavia, sono pervenute alla presidente Antonella Magaraggia (ex responsabile del Tribunale di Verona, ndr) informazioni che paventano la possibilità di interventi esterni che potrebbero turbare il sereno e corretto svolgimento dell’evento. Per esclusive ragioni di cautela e di tutela della sede, la nostra istituzione si trova costretta, suo malgrado, ad annullarlo”. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, non polemizza, ma esprime “profondo rammarico per non aver potuto presentare un rapporto di ricerca su un tema all’esame della Corte internazionale di giustizia e sul quale già si sono pronunciati esperti dell’Onu e altre organizzazioni non governative”. L’associazione non demorde e presenterà il rapporto in un’altra sede, sempre il 9 gennaio.