L’on. Luisa Morgantini è libera! La solidarietà popolare ha dato i suoi frutti. Il governo e l’ercito israeliani hanno dovuto retrocedere sui loro passi repressivi. La pressione del partito Sinistra Italiana e di tutto l’associazionsimo della società civile italiana hanno convinto la Farnesina a muoversi e darsi da fare.
è una buona notizia, ma anche un segnale d’allarme per il mondo della solidarietà con la lotta del popolo palestinese per la libertà e l’indipendenza dall’odiosa occupazione militare della sua terra, Palestina. Il movimento di soldiaretà deve attivarsi per la libertà dei due attivisti palestinesii imprigionati.
ecco il comunicato delle organizzazioni italiane:
AOI, ARCI E AMNESTY INTERNATIONAL : FERMO DI LUISA MORGANTINI FATTO GRAVE ED INACCETTABILE
Dichiarazione congiunta di AOI, ARCI e AMNESTY INTERNATIONAL
Il fermo da parte dell’esercito israeliano di Luisa Morgantini (Presidente dell’associazione Assopacepalestina ed ex vicepresidente del Parlamento europeo), di Roberto Bongiorni (giornalista del Sole 24 Ore) e delle due guide palestinesi che li accompagnavano è un fatto grave ed inaccettabile. Il loro rilascio, dopo diverse ore di detenzione, non toglie niente alla gravità di quanto è avvenuto, né abbiamo informazioni su eventuali procedimenti legali a loro carico. Tuttavia, è evidente che questo episodio si inserisce in un contesto di continua repressione e violazione dei diritti fondamentali dei palestinesi nel Territorio palestinese occupato, nonché nella persecuzione di chi si oppone alle ingiustizie subite dal popolo palestinese.
Le autorità hanno sequestrato i loro effetti personali, inclusi computer e telefoni, con l’intento chiaro di ostacolare il loro lavoro e sopprimere ogni voce critica contro le politiche israeliane. Un atto intimidatorio nei confronti di chi come Luisa, ha sempre posto al centro della propria azione politica la difesa dei diritti umani, la denuncia delle ingiustizie e la ricerca del dialogo.
Chiediamo alle autorità italiane di premere su quelle israeliane perché sia sempre garantita l’agibilità nel Territorio palestinese occupato, per le persone attivisti dei diritti umani e per la stampa internazionale.