Per ascoltare l’audio di oggi, 05 febbraio 2025:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno VI/n. 035 (1637)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
È il primo giorno dall’inizio dell’aggressione israeliana su Gaza che non si registrano nuove uccisioni per atti di guerra.
Nella giornata di ieri sono stati riportati alla luce 20 corpi di palestinesi assassinati in bombardamenti passati. Altri 2 sono morti in ospedale in seguito alle precedenti ferite. Negli attacchi di violazione della tregua di ieri sono rimasti feriti 6 persone.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Cisgiordania
Nuova Gestapo a el-Khalil (Guarda). Tutti i giovani di un quartiere, messi in fila e maltrattati per ore, poi arrestati. Non c’è stato un lancio di pierre. Sono vittime di un rastrellamento casa per casa. Tra le persone arrestate vi è una volontaria francese arrivata in Palestina in sostegno dei contadini della zona di Massafer Yatta, la terra dei quali è sotto confisca militare, per l’allargamento delle colonie ebraiche.
Continuano i duri assedi di Jenin e Tulkarem con operazioni militari simili alla guerra di Gaza. Bombardamenti aerei, droni, incursioni di truppe, uccisioni, arresti e demolizioni di interi quartieri. La deportazione degli abitanti è l’azione che l’esercito di occupazione sta mettendo in atto. Da Jenin sono stati fatti sfollare 20 mila persone.
Il campo profughi di Tulkarem è stato svuotato della maggioranza degli abitanti. I pochi rimasti sono assediati senza acqua, elettricità e rifornimenti. L’ospedale della città è completamente circondato e l’ingresso delle ambulanze è controllato. Tutti i feriti che vi arrivano vengono arrestati.
Le operazioni militari in Cisgiordania hanno interessato la totalità del territorio. Il numero degli arrestati in due settimane è stato di 380 persone in prevalenza giovani, tuttora trattenuti.
Oltre all’azione dell’esercito, non cessano le aggressioni dei coloni. In tutte le province sono state registrati attacchi protetti dai soldati. Lanci di pietre, incendio di auto, distruzione di raccolti e sradicamenti di alberi. Le azioni più dure sono avvenute ieri a Massafer Yatta e nella Valle del Giordano.
Esercito israeliano nel mirino
Un’azione armata di un palestinese che è riuscito a occupare il primo piano di una torretta dell’esercito israeliano, da dove ha sparato contro i soldati in guardia2” davanti al posto di blocco. Ha ucciso due e ferito altri. L’arrivo di altre truppe in soccorso, ha messo fine all’operazione con l’uccisione del combattente. È avvenuto nella località di Tiyassir, a sud est di Jenin.
Trump e Netanyahu
Il delirio dell’onnipotenza. «Spero che potremo fare qualcosa di bello, talmente bello che non vorranno ritornare. Perché tornare? Quel posto è stato un inferno». Il presidente Donald Trump ha esposto un piano criminale per Gaza che implica la deportazione di 2 milioni di palestinesi, parlandone con leggerezza e disprezzo: “Li sposteremo in luoghi così belli che non vorranno tornare”. Sembra di sentire il delirio di un pazzo sfrenato: “gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo e la proprietà a lungo termine della Striscia, per ricostruirla e trasformarla nella Riviera del Medio Oriente”. Si sente il padrone del mondo e va fermato prima di incendiare il Medio Oriente. La sintonia tra lui e il ricercato per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, Netanyahu, è totale sull’Iran. “Ho dato l’ordine di annientarlo”.
Il piano Trump, secondo le sue stesse dichiarazioni in conferenza stampa, prevede l’occupazione di Gaza con truppe statunitensi al posto dell’esercito israeliano, ricostruzione per turismo mondiale e normalizzazione dei rapporti tra Riad e Tel Aviv. “La pace in cambio della pace”, ha detto. Tradotto dal trumpese: “Niente Stato di Palestina, non è così vincolante”. Da Riad, il ministro degli esteri ha subito risposto con un comunicato dal tono moderato, ma condiziona l’allacciamento di relazioni diplomatiche con Israele alla nascita dii uno Stato palestinese, “nei confini del 1967 e con Gerusalemme capitale”.
Prima della visita del premier israeliano alla Casa Bianco, Gli Stati uniti hanno concesso ad Israele un finanziamento di un miliardo di dollari in armamenti. Ed è in discussione al Congresso una somma più consistente di fornitura di armi per 8 miliardi. Altro che piano di pace.
La prossima settimana l’incontro di re Abdallah II di Giordania con Trump a Washington. Si parla di una vista di Trump in Arabia Saudita, per il vertice con Putin e anche per la deportazione dei palestinesi. La politica di Trump prevede anche il riconoscimento dell’annessione di una parte consistente della Cisgiordania ad Israele. Il presidente col ciuffo non ha mai citato la soluzione dei due stati.
Appello per il dott. Abu Safiya
Un gruppo di medici di tutti i paesi arabi sta facendo una staffetta della solidarietà per la liberazione del dott. Abu Safiya.
Appello urgente per il Dott. Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan, clicca per aderire.
Siria
Shara’ in Turchia dove si è incontrato con il neo sultano Erdogan. La nuova Siria tenta di districarsi tra le potenze regionali, Turchia e Arabia Saudita. Da una parte una battaglia per la sicurezza e dall’altra la necessità di investimenti per la ricostruzione. Un cammino tortuoso in salita, perché all’angolo c’è un terzo ospite non invitato e scomodo: Israele che occupa dal 1967 il Golan e subito dopo la caduta di Assad ha avanzato ulteriormente sulla linea di demarcazione.
L’ex ministro dell’interno del vecchio regime si è consegnato alla polizia di sicurezza. Ha trattato per la propria incolumità e l’ha ottenuta. È sotto interrogatorio e gli è stato concesso di rilasciare un’intervista ad una Tv saudita che trasmette dagli Emirati. “Sono calmo. Non ho mai partecipato a nessun crimine. La responsabilità delle prigioni politiche non era del mio ministero”.
Marocco
Si svolgono in Marocco due giornate di sciopero indette da tutte le organizzazioni sindacali. Le parole d’ordine della mobilitazione sono contro il carovita e contro la nuova legge sullo sciopero, considerata “rigida ed arretrata”. I sindacati accusano il governo di non far fronte all’aumento dei prezzi, “che ha divorato le conquiste salariali”. Sulla nuova legge che “regolamenta” lo sciopero, i sindacati sostengono che la misura è anticostituzionale, “perché incatena il diritto di protesta, che è un’espressione della difesa del diritto alla vita”.
Notizie dal mondo
Sono passati due anni, 11 mesi e 11 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Trump vuole accaparrarsi i tesori minerari dell’Ucraina. I primi screzi con Zelensky: “La trattativa Trump-Putin senza la partecipazione di Ue e Ucraina è un passo indietro”. Si parla del vertice russo-statunitense da tenere a Riad oppure ad Abu Dhabi.
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