Per ascoltare l’audio di oggi, 08 febbraio 2025:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno VI/n. 038 (1640)

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È un risultato soddisfacente, che ci avvia sulla giusta carreggiata, per andare avanti con forza e tranquillità.

Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!

Le indicazioni per farlo agevolmente sono presenti nel sito e nella newsletter.

Le notizie:

Genocidio a Gaza

Il centro per i diritti umani ginevrino Euro-Med Monitor ha pubblicato un rapporto sulle vittime di Gaza dal 19 gennaio, data di entrata in vigore del cessate il fuoco. “Sono 110 i palestinesi uccisi dalle pallottole israeliane in 19 giorni. 6 persone uccise al giorno in media… I feriti sono stati 901, in media 47 al giorno”. Il rapporto rileva anche che a questi numeri vanno sommati i morti per ragioni collaterali, come malati senza cure o per fame e sete. Il rapporto si conclude affermando che “Israele non si è limitato all’uccisione e alla distruzione durante il genocidio, ma continua la politica di uccisione lenta e di imposizione di una realtà illegale che ostacola il flusso di aiuti e materiali di base e impedisce la riparazione delle infrastrutture e dei servizi vitali necessari per la sopravvivenza della popolazione”.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Situazione umanitaria

I residuati bellici non esplosi rappresentano un pericolo incombente contro la popolazione di Gaza, che si accinge a ritornare alle proprie case dopo un anno di sfollamenti continui. Tutti i giorni la triste cronaca di morte a Gaza ci fornisce un elenco lungo di vittime, finite in ospedale o morte per lo scoppio delle munizioni sganciate dagli israeliani e non esplose.

Le stime ufficiali indicano che durante la guerra nella Striscia di Gaza, l’esercito di occupazione ha lanciato circa mezzo milione di raid, nei quali sono state utilizzate circa 92mila tonnellate di esplosivo. Circa il 18% dei razzi e dei proiettili non sono esplosi, e sono come “trappole mortali” in agguato per i cittadini palestinesi.    

Cisgiordania

Un bambino di 7 anni, Saddam Rajab, è stato colpito a morte dai soldati israeliani durante l’irruzione delle truppe nel villaggio di Deir Labad, vicino a Tulakarem. Mentre giocava con altri bambini, una pallottola ha attraversato il suo torace. Trasportato d’urgenza all’ospedale del capoluogo, è spirato nella notte. Oggi si terranno i funerali nel piccolo villaggio.

La massiccia offensiva militare israeliana contro la popolazione della Cisgiordania, dopo Jenin, Tulkarem e Toubas, adesso di estende anche a Nablus, Betlemme e nella valle del Giordano. È il preludio all’annessione allo Stato israeliano di una buona parte del territorio assegnato al futuro stato palestinese. Operazione che mira a cancellare ogni prospettiva di pace.

Scambio prigionieri

Avviene oggi il 5° scambio di prigionieri tra Hamas e Netanyahu. Tre uomini israeliani ostaggi contro 183 detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. L’esercito israeliano e la direzione carceraria hanno deciso di scioccare i detenuti palestinesi da liberare oggi. Hanno fatto vedere loro il video di Gaza distrutta, rasa al suolo; molti di loro non sapevano nulla di tutto ciò che è avvenuto negli ultimi 15 mesi. Un’azione punitiva per imprimere in loro un senso di abbattimento e depressione; un’azione che possono escogitare soltanto delle menti malate.

Corte penale int.

78 paesi hanno dichiarato il sostegno alla CPI e criticato le sanzioni annunciate dall’amministrazione Trump. Una presa di posizione forte che coinvolge più dei due terzi dei membri firmatari dello Statuto di Roma. Non ci sono soltanto il Sud Africa, Anp palestinese, Spagna, Messico e Cile, ma anche GB, Francia, Germania e certamente Olanda, dove ha sede la Corte. Tra i paesi capitalistici europei di una certa importanza economica manca all’appello soltanto il governo di destra italiano. I paesi firmatari dell’iniziativa in difesa della Corte e di rifiuto di applicare le sanzioni USA sostengono che il ruolo della Corte è fondamentale per garantire una giustizia internazionale contro i crimini di guerra e crimini contro l’umanità, altrimenti rimarrebbero impuniti. L’arroganza della Casa Bianca è stata portata avanti per difendere i criminali di guerra israeliani che sono i principali alleati ed esecutori della politica USA in Medio Oriente.  

Trump il colonialista

Il presidente col ciuffo è determinato ad andare avanti nel suo progetto di mettere mano su Gaza. “Non c’è fretta, piano piano convinceremo i nostri partner della bontà del progetto che garantirà prosperità a tutti”. Poi in un’altra conferenza stampa svela il vero intento: “Consideratela come un buon investimento immobiliare. Statene certi, la ‘riviera del MO’ sarà statunitense, Gaza sarà bellissima. Ce la consegneranno gli israeliani”.

Trump considera i palestinesi non come esseri umani, persone vittime di una guerra atroce e devastante, ma come pedine da spostare per dare vita ai suoi programmi di business.

Il governo israeliano non si pronuncia, ma gongola. Nell’estrema destra sionista c’è addirittura chi lo contrasta: “Gaza è nostra, ce l’ha destinata dio. A che cosa è servito il sacrificio di centinaia di nostri soldati, se adesso la dobbiamo consegnare agli USA?”. Un dibattito disumanitario che cancella dal suo spazio visivo 2 milioni e mezzo di esseri umani da deportare a piacimento.

Allarmati i paesi arabi e soprattutto Egitto e Giordania, che stanno lavorando ad un vertice arabo al più presto possibile. La deportazione dei palestinesi rappresenta, oltre ad essere una violazione del diritto internazionale, una minaccia alla stabilità della regione. Secondo il ministro degli esteri del Kuwait, “il vertice sarà svolto al Cairo prima del mese di Ramadan (che inizia il 1° marzo. NdR),quindi entro febbraio”. Al centro del dibattito interarabo sarà la fine della guerra a Gaza, rendendo il cessate il fuoco definitivo, e la soluzione politica del conflitto con la nascita dello stato palestinese.

Appello per il dott. Abu Safiya

L’esercito israeliano ha tolto le riserve per i contatti del dott. Abu Safiya con il mondo esterno. Il suo avvocato, Nasser Odeh, ha già presentato la domanda per incontrarlo e assicurarsi della sua incolumità fisica e psicologica.

Appello urgente per il Dott. Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan, clicca  per aderire.

Tunisia

Un altro caso ditentato suicidio per motivi economici, come nel 2010 di Mohammed Bouazizi. Il motivo è sempre lo stesso: il sequestro, da parte della polizia, delle mercanzie ad un povero venditore ambulante. Il giovane, che non sappiamo il suo nome, è andato giovedì in commissariato per ritirare la merce sequestrata, ma è uscito a mani vuote. Si è versato addosso del liquido infiammabile e si è dato fuoco. Un gesto estremo di disperazione che potrebbe costargli la vita. Versa in gravi condizioni in ospedale. Nella notte tra giovedì e venerdì sono avvenuti scontri tra manifestanti e polizia. La crisi economica e finanziaria attanaglia la maggioranza della popolazione tunisina e non si vede la luce in fondo al tunnel, anche a causa del fardello del debito estero che falcidia i bilanci pubblici. Ieri, il presidente Saied ha dimissionato il ministro delle finanze sostituendolo con un giudice, ma sono soltanto palliativi per assorbire la rabbia popolare, indicando un falso responsabile.

Libano

Le dichiarazioni dell’inviata USA in Libano hanno la funzione di destabilizzare il paese ed i suoi equilibri politici. “La nostra amministrazione non è d’accordo con l’assegnazione di ministeri a Hezbollah”. Una gravissima dichiarazione di interferenza negli affari interni, con una potenzialità dirompente sulla situazione interna libanese. Anche perché il partito Hezbollah conta su un terzo dei deputati del parlamento ed è il primo gruppo nel legislativo. Il presidente Aoun e il premier incaricato Salam si sono affrettati a prendere le distanze dalle dichiarazioni provocatorie della responsabile statunitense.   

Emirati arabi uniti

Investimenti per 30-50 miliardi di euro in Francia per un progetto di Intelligenza artificiale. Gli Emirati Arabi Uniti costruiranno un maxi data center in Francia. Lo ha reso noto l’Eliseo, spiegando che è stato firmato a Parigi un partenariato in presenza del presidente francese, Macron e dell’omologo emiratino Bin Zayed. Il data center sorgerà all’interno di un campus dedicato all’Intelligenza artificiale (IA), che sarà sviluppato dal fondo di investimento emiratino Mgx coadiuvato da un consorzio di investitori francesi. L’annuncio giunge proprio in vista del vertice sull’Intelligenza artificiale che si terrà a Parigi i prossimi 10 e 11 febbraio, a cui è prevista la partecipazione di oltre cento Paesi. 

Notizie dal mondo

Sono passati due anni, 11 mesi e 14 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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