Riprendiamo da un post della collega Marta Serafini sul proprio account social.

In equilibrio su quella che un tempo era la porta del suo frigorifero. Per remare, una pagaia. Pesca così ora Khaled Habib nelle acque del porto di Gaza City. I bombardamenti israeliani hanno distrutto la maggior parte delle imbarcazioni, annientando i mezzi di sostentamento dei pescatori. Due giorni fa un pescatore palestinese è stato ucciso dalla marina israeliana.

Khaleb Habib nel porto di Gaza

Per poter continuare a sfamare la sua famiglia, Habib si è ingegnato e ha trovato un metodo alternativo: ha riempito di sughero lo sportello del suo elettrodomestico, ricoprendolo con del legno e un telo di plastica per renderlo impermeabile. Poi ha costruito una gabbia da pesca con il filo metallico ma – spiega all’Afp – a differenza della sua zattera non funziona molto bene. A dicembre, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura ha dichiarato che il conflitto aveva portato «il fiorente settore della pesca di Gaza sull’orlo del collasso». «La cattura giornaliera media di Gaza tra ottobre 2023 e aprile 2024 è scesa ad appena il 7,3 percento rispetto ai livelli del 2022, causando una perdita di produzione di 17,5 milioni di dollari», riporta la FAO.

Habib ora pesca principalmente nella piccola area del porto. Nonostante il fragile cessate il fuoco entrato in vigore il 19 gennaio, che ha sostanzialmente fermato i combattimenti, la pesca continua ad essere vietata. «Se usciamo dal porto le barche israeliane ci sparano, e questo è un problema di cui soffriamo molto».
L’uomo sostiene di pescare abbastanza da sfamare la sua famiglia e cerca di aiutare gli altri vendendo il resto a un prezzo accessibile. Dopo aver diviso il pescato in piccoli sacchetti di plastica, li porta al mercato. La prima fase della tregua di Gaza, conclusa il 1° marzo, ha consentito l’ingresso di cibo nella Striscia ma il 2 marzo Israele ha ribloccato l’ingresso degli aiuti umanitari. Molti altri pescatori, in particolare i più giovani, hanno seguito l’esempio di Habib e utilizzano piattaforme galleggianti improvvisate. E, spiega lui, per fortuna oggi sanno anche nuotare. 📷AFP / Bashar Taleb

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