Per ascoltare l’audio di oggi, 25 marzo 2025:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno VI/083 (1685)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Nella giornata di ieri sono giunti negli ospedali 61 corpi di vittime dell’aggressione israeliana sulla popolazione di Gaza. 134 feriti.
La giornata di ieri è stata caratterizzata dall’attacco all’ospedale Nasser di Khan Younis. (guardate il video e leggete l’appello di Emergency clicca).
A Rafah è stata colpita la sede della Croce Rossa int. da un bombardamento dell’artiglieria israeliana. La forza occupante se ne è uscita con: “Abbiamo sbagliato. È stato un errore, non un attacco deliberato”. Una testata scorta mediatica del genocidio ha scritto: “L’ufficio del Cicr a Rafah danneggiato da proiettile esplosivo nella Striscia di Gaza”. L’uso della sigla Cicr e la mancata menzione di chi ha sparato il proiettile, Israele, sono chiaramente intenzionali e devianti, per non inchiodare l’esercito occupante alle sue responsabilità. Miserabili pennivendoli.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Se questo è un uomo.
Situazione umanitaria
L’Onu ha informato che il numero degli sfollati deportati dal nord della Striscia, dalla ripresa dei bombardamenti israeliani il 18 marzo, è stato di 189 mila persone, in maggioranza donne, anziani e bambini.
Dopo l’attacco dell’esercito alla sede Onu a Deir Balah, nel centro di Gaza, l’organismo internazionale ha deciso di ridurre il personale e i servizi. La sede Onu era isolata, visibile e conosciuta ai militari israeliani. Non è stato un attacco per errore, ma deliberato.
Giornalisti nel mirino
A Khan Younis nel sud della Striscia è stato ucciso il giornalista Mohammed Mansour. La sua casa è stata presa di mira de un missile lanciato da un drone. Era il corrispondente del canale “Palestina oggi”. Un assassinio mirato.
Il giornalista di Al-Jazeera Hussam Shabbat è stato ucciso con un missile che ha colpito la sua auto a nord di Gaza città. L’auto era visibilmente segnalata con la scritta “Press” sul tetto e sui fianchi. Visto il ripetersi di attacchi simili, probabilmente i droni sono stati programmati per prendere di mira la parola Press. È il giornalista numero 208 che viene ucciso a Gaza. clicca
Cisgiordania: è pulizia etnica e deportazione
A Qalqilia un giovane palestinese è stato ucciso stamattina negli scontri impari tra mitra e pietre. Baraa Meskaui era un detenuto che era stato rilasciato lo scorso dicembre dopo 22 mesi di carcerazione amministrativa, senza accuse e senza processo. Il corpo della vittima è stato preso in ostaggio dall’esercito. Altri giovani sono rimasti feriti e i soldati hanno impedito il soccorso delle ambulanze.
A Jenin l’esercito israeliano ha minacciato i proprietari di 300 case informandoli che saranno demolite.
A Tulkarem la polizia dell’Anp ha trovato un missile artigianale costruito dai gruppi armati palestinesi e lo ha consegnato nelle mani dell’esercito di occupazione.
No Other Land
I coloni hanno attaccato un gruppo di palestinesi, ferendone alcuni e l’esercito ha arrestato le vittime. Succede tutti i giorni, come ve lo abbiamo raccontato. Questa volta il fatto diventa notizia anche sulle testate scorta mediatica del genocidio in corso, perché la vittima è il co-regista di No Other Land, il documentario che ha vinto l’Oscar. Hamdan Ballal era a Susiya, uno dei villaggi di Massafer Yatta insieme ad altri abitanti del villaggio. Un gruppo di 10 coloni ha iniziato ad aggredirli con lancio di pietre, secondo testimoni oculari. Ballal è stato colpito alla testa e stava perdendo molto sangue ed è stata chiamata d’urgenza un’ambulanza della Mezzaluna rossa palestinese, per prestare le prime cure e ricoverarlo. L’arrivo dei soldati ha bloccato tutto. Ballal è stato letteralmente trascinato con forza fuori dall’ambulanza e portato via insieme ad altri tre palestinesi. Nessuno dei coloni aggressori è stato fermato. Non si conosce ancora dove sia stato portato il regista premio Oscar. Ecco come un certo giornalismo ha raccontato la notizia, omettendo la parola Palestina e coloni:
L’unica democrazia in MO?
26 professori universitari hanno chiesto le dimissioni del rettore dell’ateneo Ben Gurion, perché aveva criticato l’operato dell’esercito a Gaza. La frase incriminata è la seguente: “Gli israeliani sostengono l’operato dei soldati nell’uccidere i neonati”.
Prigionieri
Brigate Qassam hanno pubblicato un messaggio video di due prigionieri israeliani nelle loro mani. Gli ostaggi non vengono presentati con nome ma con un numero. Disumanizzazione inaccettabile. Dicono che non sono stati costretti a realizzare il messaggio, ma sono stati loro stessi a supplicare i loro guardiani a permettere la comunicazione per parlare alla loro gente. Chiedono agli altri ostaggi che sono stati liberati di parlare. “L’assedio colpisce anche noi. Se non entra cibo a Gaza, non mangiamo. Dal momento di entrata in vigore della tregua, le nostre condizioni sono migliorate. La ripresa delle ostilità ha ribaltato la situazione”. Il governo israeliano ha bollato il video come pressione psicologica.
Yemen
Bombardamenti Usa su Saada, nel nord dello Yemn. Almeno 10 raids sono stati compiuti contro obiettivi militari e civili. Il Pentagono parla di molti capi delle milizie Houthi uccisi. Dal 15 marzo, caccia statunitensi e missili lanciati dalle navi di guerra statunitensi hanno bombardato le città yemenite sotto il controllo delle milizie. Ma la capacità militare degli Houthi non è stata scalfita. Ieri, Israele ha annunciato di aver intercettato un missile lanciato dallo Yemen. Era il 4° in tre giorni.
Sudan
15 mila profughi sono fuggiti da Al-Maliha, nel Darfur settentrionale, a causa dei combattimenti intensi tra milizie ed esercito. La situazione in tutto il Sudan è grave, perché i combattimenti avvengono in mezzo alle zone civili. A Khartoum, l’esercito è riuscito a prendere possesso dei palazzi del potere militare e politico, occupati da due anni dalle milizie. La situazione militare è in movimento, ma non si vedono né spiragli di una trattativa né la certezza del prevalere di una parte belligerante sull’altra. A pagare il costo più alto è la popolazione civile. Il 40% dei sudanesi è sfollato, tre milioni dei quali è profugo nei paesi confinanti.
Turchia
Continuano incessanti le manifestazioni dii protesta contro l’arresto di Imamoglu, sindaco di Istanbul. In diverse città si sono avuti scontri con la polizia che ha usato le pallottole di gomma per disperdere i manifestanti ed impedire loro di arrivare ai luoghi simbolo di potere. Oltre 2 mila gli arrestati, secondo un rapporto del ministero dell’interno turco. Erdogan ha alzato il tono delle minacce: dall’espressione di “terrorismo di piazza” è passato a bollare le proteste come “complotto per rovesciare il regime politico”.
BDS
È in corso e fino al 28 marzo la campagna SPLAI “Spazi liberi dall’apartheid israeliana”. La campagna SPLAI – Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana, è promossa dal movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni), che si batte per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza del popolo palestinese.
Sono quasi 400 le realtà italiane che hanno aderito: associazioni, sindacati, movimenti, attività produttive e commerciali, centri sociali e culturali, squadre di sport popolare e altri spazi (vedi l’elenco completo qui).
(Per saperne di più ed aderire: clicca).
Appello per il dott. Hussam Abu Safiya
Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca per aderire. Stiamo traducendo l’appello in italiano, su richiesta di molti lettori.
Solidarietà
Siamo arrivati a 14 adozioni in meno di tre settimane. Un risultato eccellente. Grazie a voi, cari lettori di Anbamed, adesso siamo in grado di trasferire le somme raccolte al conto corrente dell’associazione delle donne di sinistra di Gaza, Al-Najdah (Soccorso sociale). Ve ne daremo conto documentale, appena le operazioni saranno andate a termine.
Ci arrivano ancora diverse proposte di gruppi di amici che si mettono insieme, per raccogliere i fondi necessari per coprire la spesa di un anno: 600 euro. Altre due adozioni sono in arrivo e 3 in gestazione.
Tutti i giorni arrivano altri messaggi di lettori di Anbamed esprimendo interesse al progetto e richieste di approfondimento. “Ore Felici per i Bambini di Gaza, adozioni a distanza e pasti caldi” è la cosa giusta.
Il sito IdeeInFormazione ha pubblicato in Homepage il nostro appello alle adozioni a distanza per i bambini/e di Gaza. Guarda!
Il direttivo di ACM ha deciso di donare agli affidatari due libri, pubblicati per promuovere l’attività di sostegno ai bambini/e: “Artisti per Gaza” (un catalogo di opere d’arte) e “Al di là di sé. Le opere di Vincenzo Dazzi per i bambini di Gaza” – Mesogea editore (catalogo e raccolta di scritti).
Mandateci gli indirizzi postali. Grazie!
Anbamed e Associazione Culturale Mediterraneo hanno lanciato un appello per il finanziamento di un progetto di adozioni a distanza di bambini e bambine palestinesi. Un’iniziativa realizzata con l’associazione di donne di sinistra, Al-Najdah (Soccorso sociale). clicca
Continuano ad arrivare richieste di informazioni più dettagliate, alle quali oltre al messaggio diretto, risponderemo anche con un articolo specifico pubblico.
Per partecipare al progetto: clicca
Notizie dal mondo
Sono passati tre anni e un mese dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Conclusi dopo 12 ore i colloqui Usa-Russia a Riad. Nessun comunicato finale congiunto.
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