Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
6 maggio 2022.
Rassegna anno III/n. 125
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71 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. dovrebbe cominciare oggi l’evacuazione dei civili da Azovstal. Appello del battaglione Azov ad Erdogan per garantire l’evacuazione dei militari con le loro armi, senza resa ai soldati russi assedianti. Allarme per i bombardamenti aerei in tutto il paese. Stallo delle diplomazie.
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I titoli
Israele: Tre morti e 6 feriti in un attacco a Elad, vicino a Tel Aviv.
Palestina Occupata: Mille palestinesi saranno cacciati dalle loro terre confiscate dall’esercito occupante.
Tunisia: Manifestazione dei giornalisti contro le restrizioni delle libertà di stampa.
Libano: Iniziano oggi le operazioni di voto per i libanesi residenti all’estero.
Iraq: Una tempesta di sabbia manda in terapia intensiva migliaia di persone.
Yazidi: 10 mila sfollati arrivati nei campi di Dahuk, per l’intervento militare di Baghdad.
Turchia: Inflazione record al 70% in aprile.
Le notizie
Israele
In un attacco con una pistola e un’arma bianca, ad Elad vicino a Tel Aviv, sono rimasti uccisi 3 israeliani e feriti altri 6 alcuni di loro in modo grave. L’aggressione è avvenuta in un parco pubblico ed è stata compiuta separatamente da due uomini che si sono dati alla fuga su un’auto. L’attacco è avvenuto nel giorno dei festeggiamenti in Israele per il giorno della dichiarazione di fondazione dello Stato, secondo il calendario ebraico (I palestinesi ricordano la Nakba, l’occupazione della Palestina storica il 15 maggio).
Palestina Occupata
Continuano le restrizioni ai palestinesi in Cisgiordania e Gaza da parte del governo e dell’esercito israeliani. Da martedì è stato vietato ai cittadini palestinesi di uscire o entrare nei territori occupati. La spianata delle moschee a Gerusalemme è stata di nuovo profanata con una manifestazione di coloni che hanno compiuto nel luogo di culto islamico preghiere ebraiche, acceso fuochi d’artificio e svolto balli e danze con la protezione delle forze di occupazione. I soldati sono entrati nella moschea calpestando con le scarpe i tappeti e sparando lacrimogeni in un luogo chiuso. 12 feriti tra i fedeli musulmani.
Ad Al-Khaleel, un tribunale israeliano ha respinto il ricorso delle famiglie palestinesi contro la confisca delle loro terre da parte dell’esercito di occupazione. Circa 1000 palestinesi saranno cacciati dalle loro terre, per lasciare spazio all’espansione delle colonie.
Tunisia
Il sindacato dei giornalisti ha compiuto ieri un presidio davanti alla propria sede per rivendicare libertà di stampa e protezione dei giornalisti nel compiere il loro dovere. Il presidente del sindacato, Jalassi, ha denunciato le restrizioni contro i giornalisti e l’aumento degli attacchi fisici contro di loro durante la copertura delle manifestazioni. La Tunisia ha registrato un declassamento nell’elenco della libertà di stampa redatto ogni anno da Reporters sans Frontieres. Quest’anno è arretrata al 94esimo posto.
Libano
Iniziano oggi, e proseguono domenica 8 maggio, le operazioni di voto per i libanesi residenti all’estero. Le elezioni in Libano si terranno il 15 maggio. Il paese vive una grave crisi economica e finanziaria, con un sistema politico bloccato, a causa della spartizione dei seggi parlamentari su base confessionale. I votanti registrati sono 225 mila presenti in 58 stati. La corruzione interna, gli effetti della guerra siriana e le interferenze delle monarchie del Golfo sono alla base del disastro economico che vivono le famiglie libanesi. L’esplosione del porto due anni fa ha sferrato un altro colpo alla credibilità dell’élite politica al potere.
Iraq
Per una quinta volta in due mesi, l’Iraq è colpito da una tempesta di sabbia che ha bloccato il traffico aereo e creato enormi disagi alla popolazione. Migliaia di casi di soffocamento sono stati registrati negli ospedali con necessità di ricovero nei reparti di terapia intensiva. Le autorità sanitarie hanno raccomandato alla popolazione di non uscire di casa, soprattutto per gli anziani. Gli esperti meteo sostengono che questo fenomeno è legato ai cambiamenti climatici che hanno portato alla riduzione delle piogge ed alla desertificazione di molte aree una volta agricole.
Yazidi
Sono 10 mila gli sfollati yazidi dalla provincia di Sinjar in seguito alle operazioni militari condotte dall’esercito di Baghdad. Sono fuggiti verso i campi profughi di Dahuk, nel Kurdistan, che avevano ospitato molti di loro precedentemente, dopo gli eccidi dell’Isis, nel 2014. Il governo autonomo e l’Acnur stanno provvedendo a distribuire cibo, acqua e coperte, ma le risorse sono esigue e se il fenomeno continua, tutto il sistema di assistenza rischia il crollo. L’esercito ha annunciato di aver “ripotato l’ordine nella provincia cancellando ogni tipo di subordinazione nella zona”. Altre truppe stanno affluendo da Baghdad per garantire l’accordo con la Turchia per il controllo dei confini ed evitare le incursioni militari turche in futuro. Va ricordato che le unità di autodifesa di Sinjar fanno parte di Hashd Shaabi, le milizie ingaggiate dal governo federale per combattere contro il pericolo jihadista. Una volta compiuta la missione, i curdi yazidi sono stati scaricati per salvaguardare gli affari con Ankara.
Turchia
L’inflazione ha registrato, secondo i dati ufficiali di aprile, il 70% su base annua. È un dato atteso a causa della guerra in Ucraina e per la svalutazione della lira alla fine dello scorso anno, una caduta continuata inesorabilmente per le politiche errate imposte dal presidente Erdogan alla Banca Centrale. L’economia turca soffre da forti squilibri per le manie di grandezza del neo sultano che aspira a riportare in vita l’impero ottomano, con una politica di interventi militari alla ricerca di un’egemonia regionale, in concorrenza con Iran, Egitto e Arabia Saudita. Politica che ha raccolto una serie di insuccessi e costretto Ankara a molti ripensamenti in materia di rapporti diplomatici. Per ottenere le grazie di Riad ha scaricato il processo per l’assassinio di Khashoggi e per la ripresa delle relazioni diplomatiche con il Cairo il governo turco ha cacciato giornalisti e media egiziani che operavano ad Istanbul.
Approfondimento
Per la giornata mondiale per la libertà di stampa il 3 maggio pubblichiamo l’appello lanciato alla ministra britannica, Patel, per non autorizzare l’estradizione di Julian Assange verso gli Stati Uniti.
Appello dall’Italia per la libertà di Julian Assange
Echi dalla stampa araba n. 15
a cura di Francesca Martino
In questa rubrica riprendiamo in sintesi, ma fedelmente, opinioni, commenti ed editoriali apparsi sulla stampa araba, che valutiamo siano di un certo interesse per il lettore italiano.
La pubblicazione non significa affatto la condivisione delle idee espresse.
Il Sudan sull’orlo del collasso
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