Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
27 maggio 2022.
Rassegna anno III/n. 146
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92 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Truppe russe avanzano nel Donbass. Biden disposto ad inviare a Kiev missili di lunga gettata. Non parte la trattativa per lo scambio di prigionieri e per la “guerra del grano”. Draghi, dopo una telefonata con Putin: “Non vedo la fine di questo conflitto”.
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Titoli
Yemen: Una bomba nel mercato del pesce ad Aden.
Iraq/Turchia: Erdogan si prepara all’invasione del nord Iraq.
Iran: Incidente in un centro di ricerca militare a nord di Teheran.
Libano: Crollo della lira a causa dell’instabilità politica.
Sudan: La giunta golpista non rinnova i permessi ad un’alta funzionaria dell’ONU.
Pirateria navale: Il greggio di una nave iraniana nel Mediterraneo sequestrato dalla VI flotta USA.
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Le notizie
Yemen
Una bomba è esplosa in un mercato popolare ad Aden, capoluogo dello Yemen meridionale e sede del governo in esilio. Almeno 5 persone sono rimaste uccise e altre 20 ferite. La bomba era nascosta nel contenitore dei rifiuti del mercato centrale del pesce, nel quartiere Sheikh Othman, a nord del capoluogo. Aden è sotto il controllo militare del Consiglio transitorio, una coalizione di forze che rivendica la secessione della parte meridionale del paese. Una guerra interna nel conflitto generale tra i ribelli Houthi e il governo sostenuto dall’Arabia Saudita. A queste contraddizioni si aggiunge la presenza di forze jihadiste affiliate ad Al-Qaeda ed all’Isis che operano con attacchi terroristici.
Iraq/Turchia
Il ministero della guerra di Ankara ha comunicato la morte di un sesto soldato turco in territorio iracheno. Il neo sultano Erdogan ha minacciato una più larga invasione dell’esercito turco per un’operazione militare nel nord dell’Iraq. Gli attacchi contro le forze d’invasione turche non sono condotti soltanto dalle forze di difesa del popolo degli yazidi o dei curdi turchi del PKK, ma anche dalle milizie sciite affiliate alla coalizione militare Hashd Shaabi (Mobilitazione popolare). Ieri un razzo è stato lanciato contro una base turca nella provincia di Dahouk, causando un enorme incendio. È l’effetto dello scontro per le zone di influenza tra Teheran e Ankara.
Il 4 giugno a Roma si terrà una manifestazione contro i piani d’invasione militare turca nelle zone curde in Iraq e Siria. L’associazione Per i diritti umani segnala l’arresto a Sinjar, all’inizio di maggio, di due mediattivisti stranieri da parte dell’esercito di Baghdad. I due, di nazionalità tedesca e slovena, stavano compiendo un’inchiesta sulle condizioni di vita degli yazidi, sottoposti agli attacchi dell’esercito turco. Durante l’offensiva dell’esercito di Baghdad a Sinjar, i due sono stati arrestati ed accusati di essere combattenti. Per approfondire: https://www.gfbv.it/2c-stampa/2022/220506it.html
Iran
Le autorità iraniane hanno comunicato la morte di un ingegnere durante un incidente avvenuto in un’unità di ricerca vicino alla capitale Teheran. Non vengono spiegati né il tipo di incidente, né quale settore di ricerca si svolge in quel centro. Il comunicato è stato emesso dal ministero della difesa e, quindi, il centro è di tipo militare. Nello stesso complesso militare, nel 2020, è avvenuto un grande incendio a causa dell’esplosione di una centrale di gas, ma senza causare vittime. Le autorità escludono che si tratti di un atto di sabotaggio.
Libano
Un nuovo crollo della lira libanese, in seguito alla mancata apertura dei lavori del nuovo Parlamento eletto il 15 maggio. Il cambio della valuta libanese è arrivato nel mercato parallelo a 35 mila lire per un dollaro. Il cambio ufficiale definito dalla Banca Centrale è di 1550 lire per un dollaro. Una perdita del 95% del valore ufficiale. La mancanza di una maggioranza politica e l’annuncio delle varie forze e coalizioni che non permetteranno il rinnovo dell’incarico di presidente del legislativo a Nabih Berri, del movimento sciita Amal, hanno aperto la strada ad una fase di instabilità istituzionale come quella irachena.
Sudan
La giunta militare non ha rinnovato il permesso di soggiorno ad una degli alti funzionari della missione ONU per il Sudan, Unitams. In una prima fase, il ritardo della concessione del permesso veniva coperto dalle scuse di pratiche burocratiche, ma poi ieri il ministero degli esteri di Khartoum ha dichiarato la funzionaria “persona non grata”. Il generale Burhan, nei giorni scorsi, aveva accennato in discorsi pubblici che Unitams non rispetta la sovranità del Sudan e si intromette nella politica interna del paese. La missione ONU è impegnata in uno sforzo di mediazione per mettere fine alla fase di instabilità che vive il paese dal colpo di Stato del 25 ottobre. La tensione è stata provocata dalla relazione della missione presentata al Consiglio di Sicurezza sulle violazioni dei diritti umani compiute durante la repressione delle proteste popolari pacifiche, con uso smisurato della forza.
Pirateria navale
La VI flotta Usa nel Mediterraneo ha sequestrato una nave petroliera iraniana con equipaggio russo, appena rilasciata dalle autorità greche, dopo una breve fase di sequestro sulla base delle sanzioni europee contro la Russia. Una società greca ha ammesso che sue unità stanno trasferendo il greggio su un’altra nave, per trasportalo negli Stati Uniti. Siamo alla pirateria navale con interventi militari illegali, perché non supportati da decisioni dell’ONU.
Approfondimento
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a cura di Francesca Martino
In questa rubrica riprendiamo in sintesi, ma fedelmente, opinioni, commenti ed editoriali apparsi sulla stampa araba, che valutiamo siano di un certo interesse per il lettore italiano.
La pubblicazione non significa affatto la condivisione delle idee espresse.
Il Sudan sull’orlo del collasso
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