Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
04 luglio 2022.
Rassegna anno III/n. 184
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130 giorni di guerra. Mosca completa l’occupazione del Lugansk. Kiev ammette la sconfitta e ritira le truppe. Al via a Lugano, in Svizzera, la Ukraine Recovery Conference. Dopo le distruzioni, la ricostruzione.
Continua lo sciopero della fame solidale a staffetta per chiedere la liberazione di #AlaaAbdelFattah, attivista egiziano leader delle rivolte di piazza Tahrir, da 93 giorni in sciopero della fame nelle carceri di Al-Sissi. Anche la sorella, Mouna Seif, ha iniziato 22 giorni fa lo sciopero della fame permanente. Appello della redazione ai lettori ed ascoltatori di Anbamed, per non interrompere la catena, di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.
Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com
Il 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.
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Titoli
Libia: Non si placa la rabbia della popolazione per le dure condizioni di vita, malgrado il petrolio.
Egitto: Ucciso il capo yemenita dell’Isis in Sinai.
Palestina Occupata: Un altro minorenne ucciso durante un rastrellamento israeliano.
Sudan: Quinto giorno di manifestazioni dopo “il giovedì nero” dei generali golpisti.
Siria-Turchia-Iran: Teheran “comprende” le necessità di Ankara per la repressione dei curdi.
Tunisia: Il presidente Siaed scaricato dal capo della commissione per la Costituzione.
Le notizie
Libia
Sono riprese con vigore le manifestazioni popolari contro le condizioni di vita, per la cacciata dei mercenari e per le elezioni. Il presidente del Parlamento punta il dito contro i filo-gheddafiani per gli atti di vandalismo durante le manifestazioni di venerdì a Tobruk quando è stato bruciato il palazzo del Parlamento. Gli organizzatori delle proteste hanno preso le distanze e organizzato gruppi di protezione civile con giubbe gialle, per controllare i malintenzionati. Continuano i blocchi stradali armati da parte di milizie che hanno rivendicazioni di pagamenti arretrati con il governo Dbeiba. La nuova ondata di proteste ha messo a nudo l’inconsistenza dell’élite politica che è arrivata al potere e che non intende mollarlo, senza però la capacità di gestire le contraddizioni. Il gioco di militaristi e islamisti è quello di ritardare il più possibile un accordo, per rimanere in sella.
Egitto
L’esercito ha annunciato che il capo dell’Isis-Sinai è stato ucciso in un agguato organizzato dall’esercito in collaborazione con forze tribali locali. Lo scontro a fuoco è avvenuto nel centro della penisola il 22 giugno, ma è stato reso pubblico soltanto ieri dopo i necessari accertamenti sull’identità del terrorista. Si tratta di Abu Abdalla Bidhawi, di origine yemenita, che ha combattuto in passato in Iraq e Siria ed è stato nominato wali di Beit-Al-Maqdis, il gruppo egiziano affiliato all’Isis.
Palestina Occupata
Un altro giovane palestinese ucciso durante i rastrellamenti israeliani. Kamel Alawna, 17 anni, è morto in ospedale in seguito alle ferite di arma da fuoco subite, sabato, durante l’incursione delle truppe d’occupazione nel villaggio di Jabaa, nei pressi di Jenin. È il 28esimo minorenne ucciso in due mesi.
Novità nell’inchiesta sull’assassinio di Shireen Abu Aqile. L’ANP ha ceduto alle pressioni israeliane e statunitensi, consegnando all’ambasciata USA a Gerusalemme la pallottola estratta dal corpo della giornalista. L’esercito israeliano ha annunciato che esaminerà il proiettile alla presenza di esperti statunitensi. Se l’ANP non torna in possesso del corpo del reato, sarà difficile portare avanti la pratica con la Corte penale internazionale contro i generali israeliani. Una fonte di Ramallah ha definito le pressioni di Washington durissime. “Hanno voluto togliere la questione prima dalla visita di Biden in Medio Oriente”, dov’è previsto anche un incontro a Ramallah con il presidente Abbas.
Sudan
Continuano, per il quinto giorno consecutivo, le manifestazioni contro la giunta golpista. Rivendicano il ritorno dei militari in caserma, la nascita di un governo civile e un processo per gli assassini dei giovani durante le proteste. Lo scorso 30 giugno sono caduti sotto il piombo dei generali 9 persone. Malgrado la condanna unanime delle organizzazioni internazionali, il regime militare gode di un sostegno da parte di paesi arabi influenti come Egitto e Arabia Saudita.
Siria-Turchia-Iran
Il ministro degli esteri iraniano, Hossein Abdullahian, dopo una visita ad Ankara è passato a Damasco, dove si è incontrato con il presidente Assad. In una conferenza stampa con l’omlogo siriano Miqdad, ha espresso la sua comprensione per le necessità turche di una nuova operazione contro il PKK, ma si è reso disponibile per una mediazione che eviti l’uso della forza. Tra dittature ci si comprende. Teheran è nemica dei curdi in Iran, li sostiene indirettamente in Iraq, ma è amica di Bashar Assad e quindi indifferente alla loro sorte in Siria. Le popolazioni di Tal Rifaat e Manbij diventano in questo gioco diplomatico soltanto delle pedine per l’affermazione del potere di un dittatore o dell’altro.
Tunisia
Il presidente della Commissione per la stesura del testo costituzionale, professore di Diritto Sadeq Beleid, ha definito il testo pubblicato dalla presidenza come “un pericolo per la democrazia ed una strada lastricata verso una vergognosa dittatura, perché permette al presidente di rinnovare all’infinito il proprio incarico, senza controllo”. Beleid ha preso le distanze dal testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale tunisina, “perché è completamente diverso da quello consegnato dalla Commissione”. La critica del professore di Diritto Costituzionale tocca anche la seconda camera del Parlamento, “Il Consiglio delle regioni”, che viene menzionato empiricamente, ma non regolarizzato, creando confusione tra i poteri e depotenziando le istituzioni collettive a favore dell’uomo solo al vertice della priamide.
Approfondimento
IN MEMORIA DI ORHAN DOGAN
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