Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
11 luglio 2022.
Rassegna anno III/n. 191
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137 giorni di guerra. Kiev parla di un milione di soldati pronti per liberare il sud del paese occupato. Zelensky deluso per la consegna delle turbine dal Canada alla Germania, per la ripresa delle esportazioni di gas russo a Berlino. Le sanzioni boomerang: l’industria tedesca senza il gas russo si fermerà presto.
Con oggi Alaa Abdel Fattah è in sciopero della fame da 101 giorni, nel carcere di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.
Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.
Oggi digiuna Francesca Gnetti.
Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com
Il 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.
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Titoli
Siria: Imminente attacco turco contro le zone sotto l’amministrazione curda.
Siria: Per il veto russo, scaduta l’autorizzazione ONU per gli aiuti ad Idlib.
Algeria: Tre camionisti algerini feriti da terroristi armati nel nord del Mali.
Yemen: oltre 30 mila nuovi sfollati, malgrado la tregua.
Arabia Saudita: Il presidente Biden giustifica con un articolo la sua visita a Riad.
Migranti: Calvario infinito a Sabratha. Migranti arrestati in un casolare rurale prima di imbarcarsi.
Le notizie
Siria
Il ministro della guerra turco, Akar, in un incontro con gli alti ufficiali dell’esercito, ha sostenuto che l’esercito di Ankara ha subito numerosi attacchi da parte delle unità curde nel nord della Siria ed in particolare nelle zone di Manbij e Tal Rifaat. Un discorso che è il preludio ad una nuova offensiva militare turca nel nord est della Siria, annunciata diverse volte dallo stesso Erdogan. Anche in passato, i discorsi di questo ministro hanno anticipato gli interventi militari, con una logica capovolta, presentando gli invasori come vittime. Fonti locali nella zona interessata hanno riportato notizie su movimenti militari nei pressi delle due località indicate dal ministro. Sono stati spostati circa 500 miliziani e jihadisti filo turchi oltre a mezzi pesanti, carri armati ed artiglieria. Secondo l’Osservatorio Siriano ogni giorno vengono arrestati cittadini curdi con l’accusa di collaborazione con le Forze Democratiche siriane, le unità a guida curda che amministrano le zone dell’autonomia.
Siria
Il Consiglio di Sicurezza non è riuscito ancora a prolungare il programma per gli aiuti umanitari agli sfollati di Idlib. Circa 2,5 milioni di profughi interni rimarranno tra meno di un mese senza cibo. Finora, ogni anno veniva rinnovato l’accordo per il passaggio degli aiuti dal valico turco siriano di Bab el-Hawa, ma il rappresentante russo ha chiesto il rinnovo per soli 6 mesi ed il passaggio di una parte degli aiuti da Damasco. L’autorizzazione precedente è scaduta ieri, domenica. Secondo un operatore locale, le scorte sono sufficienti per qualche settimana. Nei primi sei mesi dell’anno sono passati dal valico circa 5 mila camion carichi di aiuti alla popolazione delle zone sotto il controllo dell’opposizione armata e dei jihadisti della qaedista Ahrar Sham, ex Fronte Nusra.
Algeria
Tre autisti di camion algerini sono stati assaltati da un gruppo armato nel nord del Mali. I tre sono rimasti feriti, uno in modo grave, e sono tutti ricoverati in un ospedale di Gao. Gli assalitori sono arrivati su moto, hanno sparato raffiche di mitra e poi sono fuggiti. Non c’è stata nessuna rivendicazione. La zona è infestata da movimenti separatisti e da jihadisti che operano con assalti contro stranieri per operazioni di autofinanziamento.
Yemen
Il Consiglio di Sicurezza discuterà oggi della situazione in Yemen, con un’audizione dell’inviato speciale ONU. La tregua ha retto, malgrado le denunce di violazioni, anche se limitate e sporadiche. Il punto più controverso è la mancata apertura delle strade di Taez, città assediata dagli Houthi. L’instabilità della situazione ha costretto molte famiglie a sfollare dalle loro città di origine, per trovare riparo altrove, sempre all’interno dello Yemen. Secondo una statistica dell’ente per la gestione dei campi profughi, 33 mila persone hanno lasciato le loro case, nei primi sei mesi dell’anno in corso.
Arabia Saudita
Il presidente Biden sarà in visita in Arabia Saudita il prossimo venerdì, proveniente da Israele e Palestina. Si è sentito in obbligo di giustificare questo viaggio, che lo porterà a stringere la mano al mandante dell’assassinio del giornalista Kashoggi. Ha pubblicato un articolo-editoriale sul Washington Post dal titolo: “Perché vado in Arabia Saudita”. Il presidente sembra sulle difensive e si giustifica con la necessità di stringere un’alleanza strategica con Riad, per isolare la Russia nell’Opec e vincere la sfida economica con la Cina. (Per leggere l’articolo originale, in inglese)
Migranti
Un’irruzione della “polizia” libica in una fattoria a Sabratha, ad ovest della capitale, ha portato all’arresto di un gruppo di migranti, in attesa di imbarcarsi verso le coste della Sicilia. Nel comunicato non viene definito il numero delle persone arrestate, ma si parla di decine di persone, tra i quali donne e bambini. Ai malcapitati viene contestato l’ingresso in territorio libico senza visti. Nella casa rurale non era presente nessuno dei trafficanti di esseri umani e non sono stati fermati i proprietari della struttura. L’associazione libica per i diritti umani ha contestato l’arresto di persone che non hanno compiuto nessun crimine e avanza l’ipotesi di un intervento dettato da condizioni altre, un’allusione criptica a eventuale mancato accordo tra i trafficanti e la milizia ingaggiata dal ministero dell’interno.
Approfondimento
Il Premio Internazionale Hans Litten 2022 va all’avvocata Simonetta Criscì, difensora dei diritti umani.
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