Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
19 luglio 2022.
Rassegna anno III/n. 199
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145 giorni di guerra. Missili russi su Odessa. “Colpiti missili di lunga gettata forniti dagli USA”, dicono a Mosca. Evacuati 1000 civili da Kharkiv occupata. Oggi Putin incontra Erdogan e Raissi a Teheran.
Con oggi Alaa Abdel Fattah è in sciopero della fame da 109 giorni, nel carcere di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.
Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.
Oggi digiuna Maria Chiara Rioli.
Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com
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Titoli
Sudan: Riprendono le proteste interetniche, malgrado il coprifuoco.
Libano/Israele: Catturato un drone proveniente dal Libano.
Palestina Occupata: Presidio a Gaza davanti alla CRI in sostegno ai detenuti politici nelle carceri israeliane.
Pakistan: Schiacciante vittoria del partito di Omran Khan nella regione del Punjab.
Israele/Iran: Minacce reciproche di azioni militari, per il momento sltanto verbali.
Arabia Saudita: Il senatore Sanders critica la visita di Biden nel regno.
Le notizie
Sudan
Continuano le proteste degli Hausa, per la seconda settimana, con blocchi stradali e attacchi ai quartieri dei Barti nella regione del Nilo Blu, al confine con l’Etiopia. Nella città di Kassala sono stati attaccati anche gli edifici pubblici. In diverse località negozi e uffici sono rimasti chiusi a causa delle azioni di vandalismo subite nei primi giorni della rivolta. Malgrado il coprifuoco lo scontro inter-etnico non si placa. Secondo i dati ufficiali in una settimana ci sono stati 65 morti e oltre 160 feriti. La disputa è iniziata su controversie tra contadini sull’uso delle terre agricole, ma poi si è estesa anche negli agglomerati urbani. Gli Hausa chiedono che il governo crei un organismo per la gestione dei terreni e la loro assegnazione. I Barti dicono invece che quei terreni sono di loro proprietà.
Libano/Israele
L’esercito israeliano ha comunicato di aver intercettato e catturato un drone, nel nord del paese al confine con il Libano, e probabilmente a lanciarlo sarebbe stato Hezbollah. All’inizio di luglio, sono stati intercettati e abbattuti 3 droni sul campo petrolifero marittimo, oggetto di una contesa tra Libano e Israele. Hazbollah aveva rivendicato il lancio dei tre droni sostenendo che erano per la raccolta informazioni e per mandare un segnale alla nave greca, che sta compiendo le ricerche di gas, per dire che la zona non è sicura.
Palestina Occupata
Si è svolta a Gaza una manifestazione davanti alla sede della Croce rossa Internazionale per chiedere un trattamento umano per i detenuti politici palestinesi nelle carceri israeliane. Gli organizzatori hanno consegnato un rapporto che elenca le violazioni delle autorità israeliane dei diritti elementari riconosciuti dalle leggi internazionali per i prigionieri di guerra. In particolare il comitato contesta la detenzione amministrativa, che prevede la carcerazione senza accusa e senza processo.
Pakistan
Il partito Insaf (Equità) dell’ex premier Omran Khan ha vinto le elezioni regionali del Punjab, raccogliendo 15 dei 20 seggi. Una vittoria schiacciante nella regione di maggiore concentrazione demografica (110 milioni di abitanti). A pochi mesi dalla destituzione di Omarn Khan da primo ministro, con un voto di sfiducia, l’ex premier torna sulla scena politica molto più forte e molti analisti sostengono che nelle prossime elezioni federali (giugno 2023), la sua vittoria è certa. La regione del Punjab è stata da sempre la roccaforte del partito Lega Islamica di Sharif, che ha assunto la carica di primo ministro dopo la caduta di Khan. Il partito Insaf ha chiesto le elezioni politiche anticipate e se le difficoltà politiche della coalizione di governo e la crisi economica peggiorano, sicuramente si andrà al voto anticipato. Lo scorso aprile, Khan aveva accusato l’ambasciata USA di aver organizzato la scissione nel suo partito per far cadere il suo governo, perché aveva assunto una posizione neutrale sulla guerra in Ucraina.
Israele/Iran
Per il momento lo scontro è nei comunicati. Il capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano, Aviv Kochavi, ha annunciato che Tel Aviv si sta preparando a colpire il programma nucleare iraniano e che l’esercito è preparato ad ogni eventualità. “Il coordinamento con il Centcom USA è ad alto livello e la visita del comandante in capo dell’organismo statunitense a Tel Aviv, il giorno dopo la visita del presidente Biden, va nella direzione del coordinamento delle azioni nella regione”. Non sono mancate le ripercussioni a Teheran di queste dichiarazioni. Un portavoce delle forze armate ha rivelato che si sono svolte con successo le manovre militari per colpire le infrastrutture israeliane, “in risposta ad un eventuale aggressione”. La febbre di dichiarazioni è scaturita da un’intervista del presidente del consiglio strategico delle politiche estere dell’Iran, Kamal Kharazi: “L’Iran è nei fatti una potenza nucleare. Abbiamo la tecnologia e il materiale per esserlo, ma non c’è finora nessuna decisione politica in tale direzione. La politica ufficiale di Teheran è quella di un Medio Oriente libero di armi nucleari e non è nell’interesse dei paesi arabi di allearsi con Israele in funzione anti iraniana”.
Arabia Saudita
Il senatore Bernie Sanders ha criticato la visita di Biden in Arabia Saudita. “è un premio ad un regime dittatoriale, il capo effettivo del quale è stato il mandante dell’assassinio del giornalista Kashoggi”. Il presidente Biden ha incontrato a lungo l’emiro Mohammed Bin Salman a Gedda, malgrado le sue critiche passate all’operato dell’erede al trono saudita, che secondo i rapporti della CIA avrebbe dato l’ordine di riportare nel regno, vivo o morto, il giornalista dissidente. Durante la campagna elettorale per le presidenziali, Biden aveva auspicato che il regno saudita diventi un paese paria a livello globale. Sanders, che lo aveva sfidato nelle primarie del Partito Democratico, ha sostenuto che “la famiglia reale dei Bani Saud ha una ricchezza incalcolabile e tiene il paese in condizioni di dittatura, rilega le donne in condizioni di serie C e i suoi leader ordinano di assassinare i dissidenti”.
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