Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

25 settembre 2022.

Rassegna anno III/n. 263

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Le vignette sono QUI

Oggi si vota in Italia e in Sicilia. Andate a votare e votate a sinistra, unico voto utile per arginare il ritorno dei fascisti al governo.

Sono passati sette mesi di guerra russa in Ucraina.

Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi digiuna di nuovo, per Alaa, una donna, attrice di teatro, organizzatrice culturale tra le perle rare che abbiamo in Italia: Carla Peirolero, l’anima del festival SuqGenova. 

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

Lo scorso 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.

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I titoli

Iran: Cresce il numero delle vittime della repressione. 1200 gli arrestati

Migranti: Altri corpi recuperati in mare al largo delle coste di Tartous in Siria. Arrestato in Libano l’organizzatore del viaggio.

Palestina Occupata: Per le festività ebraiche 5 milioni di palestinesi blindati.

Libia: I paesi occidentali promuovono lo status quo a Tripoli.

Siria: Attacchi jihadisti contri i curdi.

Egitto: Appello per salvare la vita al blogger “Oxigen” da 4 anni in cella di isolamento.

Iraq: Un bombardamento dell’artiglieria iraniana a nord di Erbil.

Le notizie

Iran

Cresce il numero dei morti in Iran per la dura repressione contro le rivolte popolari in seguito al caso di Mahsa Amini. Secondo i media ufficiali iraniani sarebbero 35 le vittime di questa prima settimana di manifestazioni, tra le quali 5 poliziotti. Non sono servite ad attenuare la rivolta le misure per bloccare Internet. Anche ieri, gli studenti delle università hanno formato cortei nei campus per chiedere libertà e fine della dittatura. In tutti i quartieri della capitale sono state organizzate iniziative notturne contro l’obbligatorietà del chador (il copricapo) e contro l’oppressione della polizia religiosa. In un video diffuso nei social, un poliziotto che ha dato uno schiaffo ad una donna con i capelli scoperti è stato affrontato dalla folla a suon di calci e pugni. Il capo della polizia ha respinto per l’ennesima volta le accuse per la morte in carcere della 22enne curda ed ha minacciato che non saranno tollerate manifestazioni. Lo stesso presidente Raissi, al suo arrivo dall’ONU, è tornato sulla questione, sostenendo che “i nemici del popolo riceveranno la lezione che meritano”. Gli arresti compiuti ieri in tutto il paese sono state 1200 con l’accusa di “azioni violente e danneggiamento di proprietà pubbliche e private”. Sono in programma altre manifestazioni pro regime, come quella organizzata venerdì dopo la preghiera collettiva.

Migranti

È salto a 89 il numero dei corpi raccolti in mare di fronte alle coste di Tartous in Siria, dopo il naufragio della barca dei migranti partita dal Libano. Le vittime identificate di nazionalità libanese sono state trasferite in autombulanze fino al valico di frontiera per essere consegnate alla mezzaluna rossa libanese. L’esercito libanese, che ha partecipato alle operazioni di soccorso a fianco di quello siriano, ha annunciato di aver arrestato lo scafista che ha organizzato il viaggio, che ha ammesso le sue colpe. Non sono state fornite le sue generalità, ma la stampa libanese scrive che rischia una condanna a 30 anni di reclusione. Una delle storie più tristi è quella di Mustafà Misto, morto nel naufragio insieme alle tre piccole figlie, mentre la moglie è ricoverata in gravi condizioni in un ospedale siriano. Il fratello racconta ad una tv locale il dramma di un padre di famiglia che ha perso il lavoro per la crisi economica nel paese. “Ha tentato di aver un visto per un paese europeo. Era un tecnico specializzato e voleva ricostruire un futuro per le tre figlie piccole, ma è andato incontro alla morte”. Storie di ordinaria disperazione che non serviranno a bloccarle le leggi di chiusura delle frontiere. È una questione di responsabilità anche dei paesi ricchi, che si potrebbe affrontare con serietà come per il caso di rifugiati ucraini.

Palestina Occupata

Da oggi, l’esercito israeliano ha imposto la blindatura dei territori palestinesi occupati per l’inizio delle festività ebraiche. Una chiusura che durerà fino al 27 di settembre per il Capodanno e poi si ripeterà per altre due festività che si concludono il 15 ottobre. Tutti i valichi di frontiera con Gaza sono stati blindati. La popolazione della Cisgiordania non potrà lasciare e chi si trova fuori non potrà farvi ritorno. Secondo la stampa palestinese è una forma di punizione collettiva, per fiaccare la resistenza dei palestinesi contro l’occupazione militare.   

Libia

A margine dell’Assemblea dell’ONU, alti rappresentanti di alcuni paesi della Nato (USA, Francia, GB, Italia e Germania) hanno confermato la loro fiducia nell’azione del nuovo inviato Internazionale per la Libia, il diplomatico senegalese, Abdoullaye Bathily. Il gruppo dei 5 paesi occidentali ha espresso la sua convinzione che la soluzione della crisi libica possa essere superata soltanto dalle elezioni e non dal ricorso alla forza. Frasi ovvie che nascondono di fatto un sostegno al governo Dbaiba protetto dalle milizie, che a Tripoli fanno il bello ed il cattivo tempo. La preoccupazione delle cancellerie occidentali in questa fase è il ritorno sul mercato del petrolio e gas libici.

Siria

Nel nord della Siria sta crescendo l’azione violenta delle cellule di Daiesh (Isis). Ieri, un veicolo militare delle forze democratiche siriane è caduto in un agguato teso da armati che hanno sparato raffiche di mitra, uccidendo un combattente curdo e ferendo altri tre in modo grave. È avvenuto nelle zone rurali di Deir Azzour. È stato notato recentemente l’aumento delle azioni di sfiancamento di jihadisti, in contemporanea con gli attacchi delle forze di occupazione turche con artiglieria e droni. Secondo l’Osservatorio siriano, sono avvenute 141 azioni di Daiesh nelle zone dell’autonomia curda dall’annuncio di Erdogan di un’imminente operazione militare di Ankara nell’est dell’Eufrate, lo scorso maggio.

Egitto

12 organizzazioni giuridiche in difesa dei diritti umani, egiziane e internazionali, hanno rivolto un appello alle autorità egiziane di mettere fine all’isolamento in cella del blogger Mohammed Radhwan, noto con l’appellativo “Oxigen” dal titolo del suo blog. Radhwan è in isolamento privato dall’ora d’aria da 4 anni. Era stato arrestato nel 2018 per aver pubblicato sul suo blog video sulle condizioni di detenzione nelle carceri di massima sicurezza in Egitto. Dal febbraio 2020 sono vietate le visite dei familiari e degli avvocati. L’associazione EIPR (Iniziativa per i diritti personali) ha chiesto la liberazione del detenuto per timore di un secondo tentativo di suicidio, come avvenuto lo scorso anno.

Iraq

Le Guardie della Rivoluzione hanno colpito con l’artiglieria località oltre confine in Iraq. Lo ha annunciato la Tv di Teheran citando agenzie stampa ufficiali. “Sono state colpito le basi dei ribelli che complottano contro la nazione”, ha scritto l’agenzia Irna. Secondo fonti curde irachene è stata colpita la zona di Sidkar, a nord di Erbil, ma senza causare né danni, né vittime. L’azione militare avviene in un momento di mobilitazioni straordinarie in Iran contro l’assassinio di una ragazza curda, Mahsa Amini, dopo il suo arresto dalla polizia religiosa a Teheran.

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1 commento

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