Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
2 ottobre 2022.
Rassegna anno III/n. 270
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Per ascoltare l’audio:
Le vignette sono QUI
Sono passati sette mesi e 6 giorni di guerra russa in Ucraina.
Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. Sono passati sei mesi e il regime di Al-Sissi è sordo agli appelli e nelle cancellerie internazionali prevale l’insensibilità. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.
Oggi, domenica 2 ottobre digiuna per prima volta Piera Fiaschi. Digiuna per Alaa, ancora una volta, Marina Petrillo.
Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno. Urge una vostra adesione.
Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com
Lo scorso 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.
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I titoli
Palestina Occupata: I soldati di Tel Aviv irrompono in una scuola materna di Jenin, spaventando bambini e bambine.
Afghanistan: Presidio di donne a Kabul contro il genocidio degli Hazara.
Iran: Manifestazioni in tutto il mondo a fianco delle donne iraniane.
Libano: Aperture israeliane ad un compromesso sui confini marittimi.
Iraq: Il Hirak torna in piazza nel terzo anniversario del movimento contro la corruzione.
Yemen: Scade oggi la tregua e non c’è ancora un accordo per rinnovarla.
Le notizie
Palestina occupata
L’esercito di occupazione israeliano prosegue le operazioni di rastrellamento in Cisgiordania e Gerusalemme, con decine di arresti di giovani. Un’azione repressiva che non si è fermata neanche davanti ai bambini di una scuola materna del campo di Jenin, come hanno documentato le insegnanti in questo video. Le insegnanti, per calmare i bambini spaventati dagli spari, ripetevano loro che si trattava di un matrimonio e di fuochi d’artificio.
Afghanistan
Il giorno dopo la strage di studentesse a Kabul, un centinaio di donne democratiche afghane hanno inscenato una manifestazione a favore della minoranza sciita Hazara, obiettivo dell’attentato di due giorni fa. “Fermate il genocidio degli Hazara!” hanno scritto le manifestanti sui cartelli che esponevano nella piazza antistante l’ospedale dov’erano ricoverati le ragazze ferite. Il presidio si è svolto senza l’intervento dei miliziani taliban, che hanno presidiato la piazza armati di mitra e razzi anticarro RPG. La minoranza sciita è stata oggetto di molti attacchi terroristici da parte degli estremisti jihadisti di Daiesh-Khorasan.
Iran
In tutto il mondo si sono tenute manifestazioni di solidarietà con le donne iraniane. Movimenti femminili e organizzazioni per i diritti umani hanno radunato migliaia di persone davanti alle sedi diplomatiche di Teheran, nelle principali città del mondo. In Iran, la repressione ha ridotto i margini di partecipazione, ma il movimento non è stato sconfitto. Scende meno gente nelle piazze, ma si moltiplicano le prese di posizione che rivendicano la libertà per le donne, contro l’imposizione del chador, e soprattutto contro le malefatte della polizia religiosa. Un pericolo dietro l’angolo è il ricorso alle armi dei movimenti separatisti delle minoranze etniche. A Zahedan, nella provincia del Belucistan, un commando armato ha attaccato un commissariato di polizia. Le fonti governative non hanno fornito informazioni su eventuali vittime.
Libano
L’ambasciatrice statunitense ha consegnato al presidente della Repubblica Aoun la risposta israeliana scritta alle richieste di Beirut sulla definizione dei confini marittimi. Dopo diversi anni di mediazione USA, è la prima volta che Tel Aviv riconosce l’esistenza di un contenzioso e esprime disponibilità a trattare senza la minaccia della forza e del fatto compiuto. La zona contesa è ricca di giacimenti di gas già scoperti. Nei mesi passati Israele ha avviato le operazioni per l’estrazione, ma Hezbollah con il lancio di droni sull’area del campo Karish, l’ha convinto a venire a migliori consigli. Il segretario di Hezbollah, Nasrollah, in una dichiarazione televisiva in diretta, ha espresso soddisfazione per il passo considerato positivo.
Iraq
Il movimento Hirak torna in piazza nel terzo anniversario delle rivolte contro la corruzione e contro il dominio delle milizie. Decine di migliaia di persone hanno raggiunto i ponti che portano alla centrale zona verde, sede delle istituzioni statali e delle ambasciate. La polizia li ha respinti con lacrimogeni e manganelli. Il premier Al-Kadhimi aveva ordinato alla polizia di non usare le armi, per garantire il diritto di manifestare, ma ha raccomandato alla popolazione di non danneggiare le proprietà pubbliche e private. Il Hirak si è opposto alle interferenze dei paesi stranieri (Iran e USA) nella vita politica nazionale, ma non è riuscito ad esprimere una lista elettorale unica e la sua rappresentanza in Parlamento conta su una manciata di deputati.
Yemen
Si conclude oggi la tregua mediata dall’ONU lo scorso aprile e rinnovata ogni due mesi. Non è stato raggiunto ancora un accordo per rinnovarla. Il portavoce del movimento ribelle Houthi, che controlla la capitale, ha avanzato nuove condizioni. Malgrado le violazioni, la tregua ha sicuramente portato maggiore tranquillità alla popolazione ed ha permesso il ritorno di molti sfollati alle loro case. In particolare la tregua ha garantito le condizioni per l’avvio dei lavori di rimozione della nave Safer ancorata di fronte al porto di Hodeida e piena di oltre un milione di barili di petrolio. Era un rischio altissimo per l’ambiente e per il lavoro dei pescatori yemeniti. Il rappresentante dell’ONU, Hans Grundberg è in contatto continuo con il governo di Aden e con i Houthi a Sanaa.
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