Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
21 novembre 2022.
Rassegna anno III/n. 320
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I titoli:
Siria: Continuano i bombardamenti turchi contro le località curde nel nord della Siria e dell’Iraq.
Iran: La repressione non fiacca le mobilitazioni. Sesta condanna a morte per un manifestante. Bombardamento sul Kurdistan iracheno.
Egitto: Attacco Beit Maqdis a Qanatir Sharq, sul canale di Suez.
Algeria: Richieste 70 condanne a morte per il linciaggio di un volontario duranti i colossali incendi boschivi dell’anno scorso.
Israele: Netanyahu incontra difficoltà a chiudere la lista dei ministri.
Tunisia: Prestito francese di 200 milioni di euro, per far fronte alle difficoltà economiche.
Iraq: Arresto e rilascio lampo di un imprenditore accusato di corruzione e frodi.
Le notizie:
Siria/Iraq/Turchia
I caccia turchi hanno continuato i bombardamenti sul nord della Siria e dell’Iraq, per il secondo giorno consecutivo. Nel Rojava, la zona autonoma curda in Siria, sarebbero stati uccisi 31 persone, in maggioranza civili, secondo l’Osservatorio siriano. L’esercito di Damasco ha comunicato che un soldato ha perso la vita in uno dei raids di Ankara. Il governo di Erbil, nel Kurdistan iracheno autonomo, ha affermato che i bombardamenti turchi hanno colpito 8 località della zona abitata da yazidi.
In risposta ai raids, le unità delle Forze democratiche siriane hanno colpito con l’artiglieria le caserme dell’esercito in territorio turco di confine. Il ministro della guerra di Ankara ha informato che è stato ucciso un soldato e feriti altri 8.
La violazione, da parte di Erdogan, della sovranità di Siria ed Iraq e l’uccisione di civili e combattenti per la libertà e contro l’oscurantismo islamista sono affrontati con impotenti comunicati da parte di Baghdad e Damasco e dal silenzio assordante delle cancellerie internazionali, USA, Nato e UE, prima di tutto. È stata lasciata mano libera all’esecuzione del criminale piano di sostituzione etnica nel nord della Siria, dove Erdogan intende cacciare un milione di profughi siriani attualmente rifugiati in Turchia.
Nel Parlamento Europeo, diverse voci ieri hanno espresso il loro no alla violazione delle leggi internazionali da parte di Erdogan. Deputati del gruppo delle Sinistra Europea, dei Verdi e del gruppo Democratico e Socialista hanno preso la parola per chiedere la condanna dell’aggressione turca e di fermare la mano di Erdogan.
Un appello di Fonti di Pace, per il finanziamento dell’orfanotrofio di Kobane: (QUI)
Iran
La protesta di popolo in tutto il territorio iraniano, entrata oramai nel terzo mese, non è più sotto controllo. Sempre più persone sono coinvolte nelle manifestazioni che hanno assunto forme diversificate. Secondo rapporti delle organizzazioni iraniane all’estero, nella capitale Teheran è stato osservato uno sciopero totale dei commercianti e si sono tenuti manifestazioni serali in 11 quartieri. Non mancano i gesti di insubordinazione semplici di persone singole o di piccoli gruppi, come tenere i capelli al vento, per le donne, il gesto di un bacio di una coppia o vestirsi con pantaloni per le ragazze. Postare le fotografie sul web amplificano questi gesti di ribellione pacifica e mandano messaggi dirompenti di voglia di libertà, che si diffondono tra la gente comune e diventano una forza incontrollata per i centri del potere oppressivo degli ayatollah oscurantisti. È stata arrestata l’attrice iraniana Hengameh Ghaziani dopo aver pubblicato su Instagram un video (QUI) nel quale ha tagliato una ciocca di capelli: “Sarò con la gente del mio paese fino al mio ultimo respiro”, aveva scritto.
Tra i video diffusi sui social, vi sono alcuni che mostrano la fuga dei pasdaran nei loro mezzi militari di fronte ai sassi della massa dei manifestanti. A Mahabad, la polizia ha usato gli elicotteri per coordinare la repressione. Ieri, i funerali di un giovane ucciso il giorno prima si sono trasformati in un’azione di guerriglia urbana, pietre contro pallottole.
La repressione del regime si manifesta anche nelle aule dei tribunali. Ieri a Teheran è stata emessa la sesta sentenza alla pena capitale nei confronti di un manifestante.
Per distogliere l’attenzione sulla situazione interna, Teheran ha colpito nel vicino Kurdistan iracheno. Vi è stato nella notte un attacco missilistico contro le sedi del Partito democratico del Kurdistan iraniano. Tre missili hanno colpito Koi Sanjaq, provincia di Erbil, nella regione del Kurdistan iracheno.
Egitto
Un attacco in Sinai dei jihadisti di Beit Maqdis, affiliati a Daiesh (Isis), è stato compiuto sabato a Al-Qatara Sharq, sul canale di Suez. La notizia dell’azione terroristica non è stata comunicata dall’esercito e la stampa locale non è stata autorizzata a parlarne se non a conferenza dell’ONU sul clima, a Sharm Sheikh, già conclusa. Un gruppo armato ha occupato una scuola, vicina alla sede universitaria. Gli scontri con l’esercito sono durati oltre 4 ore, secondo testimonianze degli studenti alloggiati nel campus, e si sono conclusi soltanto dopo l’intervento dell’aeronautica che ha bombardato l’edificio occupato dai miliziani. Tre jihadisti sono stati uccisi, ma la maggior parte sono riusciti a fuggire. Tra le truppe governative, un soldato ed un ufficiale sono rimasti uccisi.
L’attacco rappresenta una grave minaccia al traffico nel canale di Suez.
Algeria
La procura di Algeri ha chiesto condanne alla pena capitale per oltre 70 persone che, nell’agosto 2021, hanno bruciato vivo e mutilato il corpo di Giamal Bin Ismail, un volontario che aveva partecipato allo spegnimento degli incendi divampati nella zona della Cabilia, ma scambiato per piromane. Durante l’udienza, la procura ha proiettato i video, tratti dai profili social degli imputati, che mostravano le atrocità compiute. Per altri 35 sono state chieste pene detentive fino a 10 anni di reclusione. Bin Ismail aveva 38 anni ed ha partecipato come volontario nei lavori di spegnimento dei colossali incendi dell’agosto 2021, che hanno distrutto vaste aree della Cabilia e causato la morte di oltre 90 persone.
Israele
Il premier incaricato Netanyahu sta incontrando difficoltà nella formazione del governo con la sua coalizione di estrema destra, perché i partiti alleati chiedono tre ministeri chiave: interno, difesa e finanza. Nella serata di ieri, domenica, il partito Likud si è rammaricato, in un comunicato, del mancato progresso nelle trattative per l’assegnazione del ministero delle finanze, ambito da esponenti di due partiti. Netanyahu ha ancora tre settimane per sciogliere la riserva.
Tunisia
Il governo tunisino ha firmato un accordo con quello francese per un prestito di 200 milioni di euro. Una boccata di ossigeno per le finanze dello Stato, che sopraggiunge a margine del vertice dei paesi francofoni, che si è tenuto a Djerba. Il ministro delle finanze tunisino ha affermato che il governo ha preparato un piano di progetti economici, con l’obiettivo di attirare investitori esteri e creare occupazione, sulla scia dell’accordo con il Fondo Monetario Internazionale per un prestito di due miliardi di dollari. Il governo valuta di poter attirare investimenti esteri per circa 3,1 miliardi di dollari.
Iraq
Un banchiere iracheno è stato arrestato venerdì al momento del suo arrivo all’aeroporto di Baghdad proveniente da Beirut. Alì Gholam è sotto inchiesta giudiziaria per truffe e tangenti nella gestione della valuta estera, quando era direttore di una filale della Banca statale Rafidain. La magistratura lo ha messo in libertà, su cauzione, appena due ore dopo. Sui social si è diffusa la costernazione per il rilascio lampo. Molti esperti e deputati sostengono che il provvedimento deciso ed attuato con straordinaria velocità per di più di venerdì, giorno di festa, è il frutto di pressioni di uomini politici influenti. Gholam in pochi anni ha costruito un’immensa ricchezza e da funzionario pubblico di una banca è diventato attualmente proprietario di tre banche e possiede azioni in una quarta.
Notizie dal mondo
Sono passati otto mesi e 26 giorni di guerra russa in Ucraina.
Appelli:
campagna a sostegno del blogger e attivista iraniano Hossein Ronaghi-Maleki. Hossein è in sciopero della fame. La sua vita è in pericolo. Sono state attivate due petizioni per chiedere la sua immediata scarcerazione. Vi chiediamo di firmare:
Anbamed chiama la vostra sensibilità per salvare la 20enne sudanese, Amal, dalla lapidazione. Vi chiediamo di scrivere una lettera all’ambasciata sudanese a Roma: https://www.anbamed.it/2022/10/25/appellp-salvate-amal-dalla-lapidazione/
Sostenete Anbamed
Il prossimo 29 novembre è il secondo anniversario della costituzione di Anbamed, aps per la multiculturalità.
Questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente continua “puntuale, completa e senza interruzioni”, come l’ha definita un collega. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.
Il rapporto delle donazioni dal 1° al 31 ottobre 2022 ci dice che sono state raccolte 730 € (+ 165 € rispetto al mese precedente).
Grazie per la sensibilità e l’impegno a coloro che hanno risposto al nostro appello.
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