Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
25 gennaio 2023.
Rassegna anno IV/n. 024
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I titoli:
Egitto: Verità e Giustizia per Giulio Regeni a 7 anni dal suo assassinio.
Libano: La Corte di cassazione blocca l’inchiesta sulla strage del porto.
Migranti: Arrestato in Sudan il più brutale trafficante di esseri umani, l’eritreo Habtemaiam.
Israele-Giordania: Incontro Netayahu-re Abdallah II sui luoghi santi musulmani a Gerusalemme est.
Iran: Crollo del rial dopo le sanzioni europee e USA.
Islamofobia: Pericoloso sviluppo delle provocazioni di esponenti della destra in Europa.
Letteratura araba: Pubblicata la prima selezione del premio letterario di Abu Dhabi.
Le notizie
Egitto
12 anni fa la rivolta popolare pacifica di piazza Tahrir e la dura repressione del regime di Mubarak. Una rivoluzione scippata dalla Fratellanza Musulmana, e poi strangolata dai militari. Oggi sono rimaste soltanto macerie. Si è tornati a festeggiare la giornata della polizia. Nessuno che ricorda quelle formidabili mobilitazioni, perché i protagonisti sono quasi tutti internati in carcere. Solo pochi sono riusciti a salvarsi riparando in tempo all’estero.
È anche l’anniversario della scomparsa di Giulio Regeni. Sono passati lunghi 7 anni. La battaglia per la verità e giustizia sull’assassinio è sempre più in salita, per il disinteresse dei governi di Roma, che si sono succeduti in questi anni, e per il prevalere degli interessi economici (gas e esportazioni di armi, principalmente). I generali assassini del Cairo sono lì al loro posto, anzi hanno ricevuto delle promozioni di carriera.
Il ministro degli esteri italiano Tajani, in un tempismo perfetto, ha fatto due giorni fa una visita al Cairo ed è tornato affermando che le più alte cariche egiziane hanno espresso la volontà di massima collaborazione sui casi di Regeni e Zaki. Rimarrebbero parole al vento, se i quattro ufficiali della sicurezza indiziati dalla magistratura italiana non venissero consegnati alla giustizia. (Nostro articolo).
Libano
Forti tensioni a Beirut per le decisioni del giudice Bitar di proseguire le sue indagini sulla strage del porto. Lo scontro adesso non è soltanto tra politici e il giudice, ma all’interno della stessa magistratura. Il giudice Bitar, infatti, ha convocato per essere interrogati, oltre ai politici e funzionari della sicurezza e delle dogane, anche dei giudici. La Corte di Cassazione non ha approvato gli avvisi di convocazione e si parla di rimuovere lo stesso giudice Bitar dall’incarico, per sostituirlo con uno più malleabile.
Migranti
Il più temibile trafficante di essere umani, l’eritreo Kidane Zekarias Habtemariam, è stato arrestato in Sudan. Era stato riconosciuto per le vie di Addis Abeba, nel 2020, da un migrante somalo che lui aveva torturato ed è stato arrestato dalla polizia etiopica. Un anno dopo è riuscito a scappare dalla sede del tribunale, in modo rocambolesco, con l’aiuto di un poliziotto. Il tribunale etiopico lo aveva condannato in contumacia all’ergastolo. Il suo arresto all’inizio di gennaio è stato il frutto di un’operazione dell’Interpol condotta dagli Emirati Arabi Uniti, in collaborazione con la polizia di Khartoum. Questo criminale internazionale aveva la sua base a Bani Waled, a sud di Misurata, in Libia, ma era residente negli Emirati, da dove gestiva i trasferimenti finanziari dei soldi frutto dei ricatti alle famiglie dei migranti. Secondo la procura olandese che chiede la sua estradizione per processarlo per traffico di esseri umani, Kidane gestiva il trasferimento. via Sudan e Libia, di migliaia di migranti all’anno, portandoli dalla Somalia, Etiopia, Eritrea e Sudan. Un suo complice è già sotto processo in Olanda. Si sentiva irraggiungibile, ma la voracità lo ha ingannato. Seguendo le tracce bancarie e le comunicazioni sul web con suo fratello, che gestiva i conti ad Abu Dhabi, si è arrivati al suo nascondiglio in Sudan. (Per saperne di più, un articolo di Le Mode infrancese)
Israele-Giordania
Re Abdallah II ha ricevuto ad Amman il premier israeliano Neanyahu, in una visita non annunciata. Il comunicato della corte giordana afferma che re Abdallah ha espresso la necessità che Israele rispetti lo status dei luoghi santi musulmani a Gerusalemme e di mettere fine alle provocazioni dei coloni nella moschea di Al-Aqsa. Un altro punto del colloquio riguarda – secondo la versione di Amman – il mantenimento dell’equilibrio e la calma nei territori palestinesi occupati, per permettere la ripresa del negoziato tra palestinesi e israeliani verso la soluzione dei due Stati. L’ufficio del primo ministro israeliano invece si limita a dire che le due parti hanno affrontato i temi della collaborazione economica e della sicurezza.
Le relazioni tra re Abdallah II e Netanyahu erano tese dal 2018. Le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono migliorate soltanto dopo la sconfitta del Likud nel 2021. Dopo la nascita del nuovo governo delle destre estreme a Tel Aviv, il ministero degli esteri di Amman ha richiamato per ben due volte l’ambasciatore israeliano per consegnare delle proteste riguardanti i luoghi santi musulmani a Gerusalemme, la cui custodia spetta alla famiglia reale hascemita, ruolo riconosciuto da Israele con la firma degli accordi di pace del 1994.
Iran
La valuta iraniana è in discesa catastrofica dopo l’annuncio delle sanzioni europee e statunitensi. Il dollaro è stato quotato nel mercato parallelo (nero) a 452 mila rial, dopo che all’inizio del mese quotava 400 mila. Il cambio del governatore della Banca centrale non è servito a bloccare l’impennata del dollaro e di tutte le valute estere. La prima conseguenza è l’aumento dei prezzi di tutte le merci importate. Secondo la stampa riformista, “le soluzioni messe in campo non avranno effetti sensibili, nell’immutato scenario politico di braccio di ferro sul nucleare e in mancanza di una via di dialogo con la società iraniana”. Il regime all’inizio ha agito arrestando i cambia valute nel bazar, accusandoli di operare contro l’interesse nazionale. Poi fallita questa politica, ha inondato il mercato nero di dollari per mantenere basse le quotazioni. Due politiche diametralmente opposte, ma non hanno curato il male strutturale dell’economia iraniana.
Islamofobia
Il fenomeno di bruciare il Corano si è diffuso dalla Svezia all’Olanda. I partiti dell’estrema destra xenofoba e razzista si servono di queste provocazioni, per alimentare l’odio contro i migranti di origine musulmana. In diversi paesi si sono avute manifestazioni di protesta che reclamano la rottura dei rapporti diplomatici con Svezia e Olanda. Forti reazioni contrarie ai falò del Corano sono state espresse dalle cancellerie arabe ed islamiche. In diversi paesi stanno prendendo corpo le campagne di boicottaggio economico contro i due paesi dove si sono sviluppate queste campagne islamofobe. “Bruciare il Corano non è libertà d’espressione, ma un gesto che denota ignoranza e carico di istigazione all’odio”, ha scritto l’ufficio informazione di Al-Azhar.
Letteratura araba
È stato pubblicato ad Abu Dhabi l’elenco delle 16 opere selezionate per “The Intenational Prize of arabic fiction”, il più prestigioso premio letterario arabo (Qui in arabo e inglese). Queste opere (Lista lunga) sono state selezionate tra 124 opere concorrenti e tra di esse verranno premiate ad aprile le vincitrici. La giuria costituta da 5 membri è presieduta dallo scrittore marocchino Mohammed Ashaary. Tra le selezionate in questa lista lunga c’è la scrittrice libica residente in Italia, Najwa Bin Shatwan, che nel 2017 è stata inserita nella lista lunga per il suo romanzo “Le baracche degli schiavi”. La sua opera selezionata quest’anno è “Concerto Qurina Eduardo” (QUI).
Notizie dal mondo
Sono passati undici mesi e 1 giorno di guerra russa in Ucraina.
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