Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
26 giugno 2021,
Rassegna n. 360
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I titoli
Palestina: Imponenti funerali per Nizar Bannat, il dissidente ucciso nel commissariato dell’ANP.
Marocco: Conferma delle condanne in cassazione per i dirigenti delle proteste sociali nel Rif.
Afghanistan: Ghani si incontra con Biden nel tentativo di rallentare il ritiro.
Etiopia: Tre operatori di Medici senza frontiere uccisi in un agguato in Tigray
Tunisia: Quarta ondata di Coronvirus. Colpito anche il premier Msheishi.
Le notizie
Palestina
Si sono svolti ieri i funerali dell’attivista palestinese dissidente Nizar Bannat. Ad Al-Khaleel (Hebron) sono affluiti migliaia di persone in segno di protesta contro l’assassinio avvenuto in un commissariato della polizia dell’Autorità nazionale. In molte città si sono svolte manifestazioni di protesta con dure parole d’ordine contro il presidente Abbas, mai sentite prima: “Abbas Irhal!” (Abbas vattene!). Secondo il medico che ha svolto l’autopsia: “La morte di Bannat è stata causata da colpi sulla testa e sul collo. Segni di violenza sono visibili, inoltre, sul torace. Non è stata una morte per cause naturali”. Un commando di 25 agenti delle forze di sicurezza dell’ANP ha fatto irruzione nell’abitazione della vittima alle 03:30 del mattino di giovedì, facendo esplodere con la dinamite la porta. I familiari ed i vicini accorsi sul posto hanno visto gli agenti scagliarsi contro Bannat. Hanno usato tubi di metallo per colpirlo e poi lo hanno accompagnato in commissariato. La mattina dopo l’arresto è stata annunciata dal sindaco la sua morte: “La salute dell’arrestato è peggiorata ed è stato portato subito all’ospedale della città, dove è deceduto”. Il comunicato ufficiale – alla luce dell’autopsia – contiene diverse falsità. I familiari che sono andati in ospedale per un ultimo saluto sono stati informati che Nizar Bannat non è stato mai ricoverato.
Una condanna unanime da parte di tutti i movimenti politici palestinesi e delle organizzazioni per i Diritti Umani, locali ed internazionali. La famiglia è determinata a chiedere un processo per gli assassini; la madre e la moglie hanno annunciato di voler montare una tenda davanti alla sede della presidenza a Ramallah.
Marocco
La Corte di cassazione ha confermato le dure condanne contro i dirigenti del movimento di protesta del Rif. I fatti risalgono al 2016, quando migliaia di persone sono scese in piazza, a Hoceima, per contestare la morte del venditore ambulante di pesce, Muhsin Fikri, deceduto nel tentativo di salvare la propria merce sequestrata dalla polizia municipale. In seguito a quelle proteste sono state arrestate oltre 200 persone con accuse gravi, come separatismo e minaccia alla sicurezza dello Stato. La maggior parte è stata rilasciata, per fine pena oppure per amnistia, ma i capi del movimento condannati a 20 anni di reclusione sono ancora in carcere. Una sentenza di conferma non attesa, perché tutte le forze politiche, compreso il principale partito di governo, hanno riconosciuto il carattere sociale di quella protesta.
Afghanistan
Il presidente Sharif Ghani è in visita a Washington dove si incontrerà con Biden, per tentare di rallentare il ritiro delle truppe USA. Il governo di Kabul è in crisi di legittimità interna ed è minacciato dall’avanzata dei miliziani jihadisti. Secondo rapporti di Intelligence, Kabul cadrà nelle mani dei Taliban entro sei mesi dal ritiro delle truppe internazionali. Il portavoce del movimento ha informato che 18 località, in diverse zone del paese, sono sotto il controllo dei jihadisti. La punta delle loro milizie è a 30 km ad ovest della capitale. I taliban non hanno nessuna intenzione di trattare e i negoziati di Doha sono serviti a coprire il ritiro delle truppe USA.
Dopo un’invasione durata 20 anni, l’Afghanistan tornerà ad essere lo stesso paese governato dai fondamentalisti.
Etiopia
L’associazione Medici senza frontiere ha denunciato la morte di 3 suoi operatori, una dottora spagnola e due etiopi, in un agguato in Tigray. La zona è sotto il controllo dei governativi ed i tre medici erano in una missione per assistere la popolazione di un villaggio colpito dai raids aerei dei giorni scorsi. Si era perso il contatto con l’equipe e quando un altro gruppo di volontari ha seguito il loro percorso ha trovato l’auto ed, a poca distanza, i loro corpi crivellati di pallottole. Il ministero degli esteri spagnolo è in contatto con le autorità di Addis Abeba per conoscere le circostanze della morte dei tre volontari e per la restituzione del corpo della dottora spagnola.
Tunisia
Una quarta ondata di Covide19 sta colpendo la Tunisia. Lo stesso premier Msheishi è stato colpito dal virus. Le autorità sanitarie hanno imposto una nuova fase di chiusura nelle zone maggiormente interessate. Alcuni centri erano stati già sottoposti al coprifuoco dalle 8:00 di sera alle 6:00 del mattino, ma adesso il provvedimento viene esteso a quasi la totalità del territorio nazionale. La commissione per la sanità ha definito grave la situazione nel paese, anche perché le strutture sanitarie sono al collasso. Tutte le unità di terapia intensiva sono completamente piene e non ci sono posti per nuovi ricoveri.
Il governo tunisino, nei mesi scorsi, per salvare la stagione turistica ha allentato le misure di chiusura, ma l’effetto è stato devastante.